Archivi categoria: Pensieri sciolti

evvabbè… allora ditelo! Partenza per Milano, e si va di prenotazione per l’hotel. Chiaramente è periodo di fiere: unico hotel disponibile, quello vicino alla sede di Assago. Peccato che il giorno dopo sarei dovuto andare dall’altra parte della città. Vada per l’hotel… per evitare di spendere soldi in taxi, procedo con la prenotazione dell’auto alla Europcar. Stazione Centrale alle 22.30. E’ possibile? Certo, previo sovrapprezzo di 25 Euro. Ok, vada per il sovrapprezzo… Lascio la macchina a San Paolo (a Roma), metropolitana fino a Termini, salgo sul treno… e via verso Milano. Arrivo alle 22.30 solo per scoprire che la Europcar chiudeva alle 21, e che la mia prenotazione era stata rifiutata. Peccato che il centro prenotazioni non mi ha mica avvisato… certo, troppa fatica!!! Mi incazzo un po’… ma fortunatamente il tipo della Europcar aveva delle cose da fare e si era trattenuto fino a quell’ora. Mi fa la…

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31… sono arrivati, incredibile! Si vive un anno dopo l’altro… ma alla fine ogni tanto si riceve la mazzata improvvisa: la realizzazione dell’età che si è raggiunta. I miei genitori a 31 anni erano sposati, e mia mamma ha 30 anni esatti più di me… questo significa che a 30 anni ha avuto il suo primo figlio. Io sto a 31, e all’orizzonte c’è poca certezza e molti dubbi. In ogni caso, lo scorrere del tempo è qualcosa che non si può fermare, quindi tanta rassegnazione e una buona dose di ottimismo non fanno mai male! Oggi messaggi, telefonate, frasi in bacheca (e quando si parla di bacheca, nel 2009, mi sa che un po’ tutti si pensa a Facebook… ah, l’evoluzione sociale…)… gli auguri fioccano, ed io penso che siano necessari: servono per andare avanti, portandosi un bel peso sulle spalle. Forse chi dice Auguri lo fa perché un…

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Da sempre le relazioni umane sono al centro di tutto. Come ogni cosa importante, esse sono croce e delizia delle nostre vite, e mantengono la nostra attenzione vigile su ciò che ci accade attorno. Trovo che l’individualità sia un mistero davvero affascinante. Puoi trovarti ad interagire con persone di ogni genere, ed avrai sempre e comunque netta la sensazione di aver a che fare con un pianeta diverso, spesso sconosciuto. Si riesce a comunicare, ci si può persino trovare in sintonia, ma la relazione tra due esseri viventi, se entrambi appartenenti alla specie umana, costituisce comunque una sfida. Tante sono le parole e le definizioni utilizzate per definire un’interazione. Tante, ma non abbastanza. Ogni vita ha la sua storia, ed ogni storia è composta da tanti diversi capitoli. Ognuno di essi dovrebbe poter avere il suo titolo, e la scelta del nome non può che derivare dalle emozioni che ci…

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Inutile rimuginare, inutile cercare una spiegazione razionale… la variabilità delle percezioni relative alla durata temporale di qualsivoglia episodio è estrema, e strettamente dipendente da quelle che possiamo definire condizioni al contorno (malgrado non si tratti sempre di contorno…). Un buon film dura poco meno di due ore, ed è un soffio che vola via. Provate a seguire una conference call di due ore… o provate a non fare niente (e quando dico niente… beh, intendo qualcosa in meno di un impiegato pubblico raccomandato e svogliato nel pieno svolgimento delle sue funzioni e nell’ora di punta… si, intendevo proprio niente, che vi credete?!?!?)! La percezione dello scorrere del tempo crea, in genere, disagi e stati ansiosi a chi, solitamente, cerca di trarre profitto dalla sua crescita anagrafica. Mi sono svegliato questa mattina ed era 21 settembre… più o meno un’eternità dopo ieri… ed all’incirca un millisecondo dopo la settimana scorsa! Una…

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A volte alcune giornate nascono male. Si vede subito quando qualcosa mina la serenità e, di conseguenza, annulla la soddisfazione del tempo che trascorriamo. I sintomi a me familiari sono costituiti da una percepibile insofferenza a tutto e tutti, che va aumentando, in genere, col passare delle ore, e dal continuo desiderio di essere altrove. Le ragioni di questa deviata percezione del mondo, di se stessi e delle proprie necessità risiede, il più delle volte, in una temporanea (dico così in quanto mi aspetto che sia effettivamente di passaggio e non persistente) insoddisfazione nei riguardi della propria vita… o almeno di una porzione di essa. Già dal mattino si avrebbe desiderio di prendersela con qualcuno, e non si fa altro, durante il giorno, che cercare uno sfortunato capro espiatorio… questo, naturalmente, poiché si è ben consapevoli che, invece, bisognerebbe cercare un confronto diretto con se stessi… o meglio con quell’altro…

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Siamo tutti sempre con la testa altrove. Più di prima, nel mio caso, ho difficoltà a ricordarmi le cose, ad organizzare gli appuntamenti per chiudere le questioni personali (rinnovo documenti, tagliandi alla macchina, acquisto farmaci, lenti a contatto, etc.). Venerdì scorso, dopo una massacrante settimana lavorativa, mi sono recato ad uno sportello ATM per effettuare un prelevamento. 200 Euro che il bancomat, prontamente, ha erogato e che io, altrettanto prontamente, ho lasciato lì. Mi sono accorto del dramma solo ore dopo, quando cercavo di pagare una birra appena bevuta. Ora la domanda nasce spontanea: è giusto guastarsi la vita personale in virtù di un impegno sul lavoro che, poi, lascia poco spazio alle cose che davvero contano? Sarà un discorso trito e ritrito… qualcosa di molto simile ad aria fritta in olio esaurito, ma ritengo che scrivere nero su bianco questo genere di riflessioni possa aiutare a tenere bene a…

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Riflettevo sul cambio di abitudini che stiamo vivendo in diretta tutti noi. Fino a qualche anno fa, le novità che modificavano la nostra vita erano accolte con delicatezza, ed impiegavano del tempo per divenire di uso comune ed appannaggio di tutti. Ora tale processo è estremamente più rapido. Se nel 1997 ci si scambiava il numero di telefono di casa, già nel 2003 la rubrica dei nostri telefoni era piena per il 90% di numeri mobili, ed il telefono fisso è rapidamente diventato una seconda scelta. Se nel 2007 ci si conosceva e ci si aggiornava sulle ultime novità attraverso telefonate o strumenti di chat come MSN, Skype, Yahoo e quant’altro, già nel 2008 la maniera più semplice per comunicare con gli altri è diventata quella delle social network. Ora, nel 2009, è molto facile che due persone si aggiungano come amici su Facebook, prima ancora di conoscere il corrispettivo…

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Mi accade spesso, anche se ogni volta è come se fosse la prima. Mi fermo ed inizio a riflettere, ed in questo caso specifico il pensiero prende il sopravvento su tutto ciò che normalmente occupa la mente e contribuisce al consumo energetico quotidiano. Non che in genere riesca a stare senza qualcosa che tenga impegnata la corteccia cerebrale e tutto il suo misterioso contenuto, ma ci sono delle riflessioni che, stranamente, tendono a divenire predominanti. Quando questo avviene, la difficoltà maggiore è riportarli al loro originario livello di importanza. Ci sono delle piccole ossessioni, in ognuno di noi, che possono manifestarsi sotto forme diverse ed attraverso innumerevoli comportamenti. Ci sono quelle che sfogano in desiderio di costante controllo su cose e persone, ce ne sono altre che invece si palesano trasformandosi in manie di persecuzione o in atteggiamenti aggressivi verso il prossimo. Ci sono, infine, alcuni pensieri costanti e ricorrenti,…

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Primo giorno di lavoro. Come il primo giorno di scuola dei tempi andati. Ricordo la sensazione quando ci si sedeva nell’aula (all’epoca del liceo, chiaramente… l’Università è tutt’altra cosa), si attendeva l’ingresso del professore e si cercava di seguire le prime ore di lezione. Ricordo in particolare le emozioni che si alternavano. L’ansia classica per l’inizio di qualcosa di nuovo. Sarà bello? Sarà interessante? Sarò in grado? Il senso di smarrimento, quando ci venivano presentate le materie che avremmo dovuto apprendere, i libri da acquistare, i temi da affrontare. La speranza di affrontare il nuovo anno in maniera più efficace. In particolare, si tende a fare buoni propositi ogni volta che si approccia qualcosa di nuovo. Anche in questo caso, la giornata di oggi, trascorsa nel tentativo di ritrovare le tracce perse mesi fa al cambio di progetto, mi ha donato una vasta gamma di emozioni. Non sono le stesse…

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Il tema del giorno è, necessariamente, il ritorno dalle ferie. Vacanze. Un po’ come dire format c: o qualcosa di simile. Si prende la Reflex, gli iPhone (notato il plurale? non è un errore…), i vestiti (il tutto esattamente in questo ordine)… e si va. In genere tende a non essere molto importante il luogo di destinazione. Si deve andare. Si DEVE. E’ indispensabile che le ferie vengano spese in posti diversi da casa. O, perlomeno, questo è un po’ il sentire comune. La tendenza è quella di cercare la migliore combinazione ed il miglior rapporto qualità/prezzo per agevolare la bradipizzazione neuronale e garantire alle sinapsi tutte un gradevole vuoto cosmico in cui navigare e perdersi. Si torna, e la vita comune piomba di nuovo sulle teste del depresso ex-vacanziero. Le ferie sono finite. E’ ufficiale. Domani si torna a lavoro. Per me, non potrebbe esserci ritorno peggiore. Nulla di…

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