Un titolo per la vita…

Un titolo per la vita…

Da sempre le relazioni umane sono al centro di tutto. Come ogni cosa importante, esse sono croce e delizia delle nostre vite, e mantengono la nostra attenzione vigile su ciò che ci accade attorno.
Trovo che l’individualità sia un mistero davvero affascinante. Puoi trovarti ad interagire con persone di ogni genere, ed avrai sempre e comunque netta la sensazione di aver a che fare con un pianeta diverso, spesso sconosciuto. Si riesce a comunicare, ci si può persino trovare in sintonia, ma la relazione tra due esseri viventi, se entrambi appartenenti alla specie umana, costituisce comunque una sfida.
Tante sono le parole e le definizioni utilizzate per definire un’interazione. Tante, ma non abbastanza. Ogni vita ha la sua storia, ed ogni storia è composta da tanti diversi capitoli. Ognuno di essi dovrebbe poter avere il suo titolo, e la scelta del nome non può che derivare dalle emozioni che ci derivano dalle principali interazioni con chi ci sta attorno.
Come denominare questo periodo della mia vita?
Uno dei nomi che potrebbero calzare a questi mesi è “sorpresa”.
Un altro titolo che potrei dare, puntando l’attenzione su aspetti diversi, è “chiarezza”, o ancora potrei decidere di chiamare questa mia storia “scoperta”.
Si tratta di parole che individuano diversi aspetti di questo periodo, e nessuna di esse risulterebbe fuori luogo o poco descrittiva. Semplicemente, esse mettono l’accento su sensazioni diverse.
La sorpresa è stata notare come alcune relazioni interpersonali possano influire pesantemente sulla qualità di vita, e come valga, naturalmente, l’opposto. E’ evidente come questa informazione fosse già in mio possesso, ed appartenesse al bagaglio emotivo e conoscitivo che sto portando con me ed arricchendo ogni giorno. E’ altrettanto evidente, ora, come tale considerazione non fosse mai assurta al mio livello consapevole, restando invece soltanto poco più che una nozione e non contribuendo in maniera decisiva a guidare le mie scelte o ad osservare le mie reazioni al mondo che mi circonda.
La chiarezza che potrebbe dare il titolo a questa fase deriva dalla risoluzione di alcune questioni da sempre lasciate in sospeso. Si tende a vivere il rapporto con gli altri in maniera unidirezionale. Si cerca sempre di guidare l’interazione, evitando di proporsi quando la vicinanza dell’altro tende ad essere non gradita e, viceversa, proponendosi in occasioni sociali quando si percepisce la voglia o il bisogno di interagire.
Tutte queste ovvietà per dire che, a volte, si perde di vista questo ruolo e si tende a “subire” l’altrui presenza o “patirne” l’assenza. Ho messo tra virgolette i due termini poiché essi sono di sicuro sovradimensionati per il tipo di emozione a cui faccio riferimento, pur indicando esattamente la famiglia di sensazioni che volevo citare in causa.
Si può, infatti, perdere il ruolo attivo a causa di numerosi fattori, non necessariamente tutti negativi. E’, come sempre, l’effetto ciò a cui si deve far riferimento, e non la causa di esso… malgrado poi sia la causa quella che va analizzata per ottenere una modifica dell’effetto stesso.
Con riferimento a questo capitolo della mia esistenza, le cause che hanno generato un effetto di tipo deviato sono state numerosissime, e per gran parte originate da carenze, bisogni, incapacità. L’effetto generato è stato quello di patire un periodo di malessere, da cui la sorpresa di cui sopra e la necessaria chiarezza come possibile, ed unica, soluzione al problema. Definire ruoli e responsabilità, ed arrivare ad avere, e mantenere, un atteggiamento costante ed univoco nei confronti delle interazioni umane che si desidera avere.
Fatta chiarezza su cosa si desideri, è poi possibile liberarsi di alcuni doveri autoimposti e beneficiare del risultato di una socialità più genuina.
Legato a doppia mandata ai due aspetti sopra citati è il tema della scoperta. Potrei divagare a lungo, parlando di quanto sia interessante scoprire aspetti di sé che non si conoscevano ancora in maniera completa… o dire quanto sia costruttivo scoprire nuovi modi di interagire con gli altri… o ancora quanto possa essere soddisfacente scoprire di non aver bisogno di alcune cose, o viceversa capire di non poter vivere in maniera completa senza averne altre.
Non ho intenzione, però, di determinare il significato di scoperta. Il motivo principale per il quale ho inserito questa parola come possibile titolo di un periodo risiede in una scoperta in particolare che ha generato in me ansia, paura, irrequietezza ma che poi ha dato origine ad una speranza che, fino a quel momento, avevo provato di rado.
La scoperta che ha generato tutto questo è stata la semplice osservazione di come alcune persone riescano a penetrare le barriere che ci si è costruiti negli anni e restare all’interno del territorio che era stato protetto senza che si possa far nulla per modificare questa situazione.
Durate il corso della mia vita, posso dire di aver conosciuto alcuni esseri umani che hanno fatto vibrare determinate corde in maniera assolutamente particolare. Il suono prodotto da quella vibrazione è qualcosa che difficilmente può essere dimenticato. E’ come se il nostro cervello si rifiutasse di cancellare le emozioni associate a quella sonorità, mentre sia assolutamente bendisposto ad eliminarne altre che ritiene, per qualche ragione, di minore rilevanza.
L’impatto maggiore di tutto questo si ha quando l’artefice di cotanta performance artistica è coinvolto in una relazione sentimentale. La scoperta è stata relativa a quanto difficile sia rimuovere il ricordo o la percezione della persona che penetra le nostre difese in maniera così efficace.
Anche a distanza di anni, e dopo eventi che potrebbero far crollare ogni tipo di fiducia e rispetto, è incredibile ed illuminante scoprire come tale persona possa essere ancora radicata nella nostra vita, e come non si abbia nessun potere di rimuovere qualcosa che, nel tempo, si era ritenuto dannoso ed indesiderato.
Tutto cambia, ma alcune emozioni restano come congelate nel tempo, ed è per me motivo di ansia lo scoprire di non aver potere su una parte di me. Essendo tale parte destinata alla gestione delle interazioni umane (e quindi anche sentimentali), scoprire che qualcosa, malgrado tutto, non cambia nel tempo, ha però anche contribuito ad incrementare in me quel livello di speranza nel futuro che, a causa di un cinismo spicciolo mal gestito ed in costante aumento, iniziava ad appannarsi.
In fondo, probabilmente, non è vero che tutto si degrada. Qualcosa sopravvive al tempo, e molto probabilmente è esattamente quello che serve per poter godere a lungo e con soddisfazione delle gioie di un rapporto fatto di scoperte e di conferme, di stupore e di desiderio.
Sorpresa, Chiarezza, Scoperta… chissà quante altre emozioni possono dare il titolo a questo capitolo… di sicuro saranno le protagoniste di nuove fasi, come sicuramente queste tre sono le stelle di questo periodo.

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