Banalizzando lo spazio-tempo…

Banalizzando lo spazio-tempo…

Inutile rimuginare, inutile cercare una spiegazione razionale… la variabilità delle percezioni relative alla durata temporale di qualsivoglia episodio è estrema, e strettamente dipendente da quelle che possiamo definire condizioni al contorno (malgrado non si tratti sempre di contorno…).
Un buon film dura poco meno di due ore, ed è un soffio che vola via. Provate a seguire una conference call di due ore… o provate a non fare niente (e quando dico niente… beh, intendo qualcosa in meno di un impiegato pubblico raccomandato e svogliato nel pieno svolgimento delle sue funzioni e nell’ora di punta… si, intendevo proprio niente, che vi credete?!?!?)!
La percezione dello scorrere del tempo crea, in genere, disagi e stati ansiosi a chi, solitamente, cerca di trarre profitto dalla sua crescita anagrafica.
Mi sono svegliato questa mattina ed era 21 settembre… più o meno un’eternità dopo ieri… ed all’incirca un millisecondo dopo la settimana scorsa!
Una giornata presenta un’immensità di tempo, ed ogni ora è costituita da un numero imprecisato di istanti… eppure anche l’ora più brutta, come ho già avuto modo di dire (e come una saggia persona mi ha suggerito) è fatta di soli 60 minuti… ed i minuti… beh, quanti ne saranno già passati da quando avete avuto la malaugurata idea di leggere questa storia???
Una domenica trascorsa a riflettere ha la peculiarità di proiettare i suoi minuti, e te che li vivi, in una dimensione in cui lo spazio-tempo assume regole quantomeno curiose e poco decifrabili (come se fossimo a Narnia, ma meno divertente e pericoloso…)… una giornata a lavoro può variare la sua estensione temporale in modo imprevedibile.
Il tempo libero serale, quando finalmente puoi stendere le gambe sul divano e smettere di impegnarti per qualcosa che dovrebbe aiutarti a mangiare per tutto il mese, ha la triste caratteristica di adottare, nella stragrande maggioranza dei casi, un sistema di misurazione simile a quello usato per la vita dei nostri amici cani: ogni ora ne vale 7!
Riuscire a dominare questa variabilità non è cosa per esseri umani… ma ci si può adattare. L’importante è tarare lo strumento di misura usato per quantificare la propria crescita in maniera opportuna, ed evitare di lasciarsi trascinare nel vortice dell’evoluzione tenendo fissa la variabile tempo.
Ogni cosa al momento giusto… e nell’eternità della giornata di ieri, una cosa che ho cercato di focalizzare è stata che ogni cosa può, e spesso deve, avere più tempi, appartenere a momenti diversi della propria storia, o comunque essere realizzata secondo la propria personale metrica di misurazione, e non soltanto seguendo gli strumenti di misura comuni.
Banalizzando (a volte è bello farlo, semplifica la visione di alcuni concetti di valenza più estesa), si potrebbe dire che “non è mai troppo tardi”… oppure, giusto per dare una nota di complicazione ed originalità alla banalizzazione di uso comune, “malgrado possa essere troppo tardi, in genere te ne puoi fregare”!

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