Un vecchio lupo

Un vecchio lupo
Riflettevo sul cambio di abitudini che stiamo vivendo in diretta tutti noi. Fino a qualche anno fa, le novità che modificavano la nostra vita erano accolte con delicatezza, ed impiegavano del tempo per divenire di uso comune ed appannaggio di tutti.
Ora tale processo è estremamente più rapido.
Se nel 1997 ci si scambiava il numero di telefono di casa, già nel 2003 la rubrica dei nostri telefoni era piena per il 90% di numeri mobili, ed il telefono fisso è rapidamente diventato una seconda scelta. Se nel 2007 ci si conosceva e ci si aggiornava sulle ultime novità attraverso telefonate o strumenti di chat come MSN, Skype, Yahoo e quant’altro, già nel 2008 la maniera più semplice per comunicare con gli altri è diventata quella delle social network. Ora, nel 2009, è molto facile che due persone si aggiungano come amici su Facebook, prima ancora di conoscere il corrispettivo numero di telefono.
Ora, nel 2009, ci sono ottime probabilità che, se vuoi rintracciare qualcuno, tu possa farlo usando una social network piuttosto che cercare sulle pagine gialle/bianche o elenchi telefonici in generale.
Il mondo sta evolvendo in una ben precisa direzione, che è quella della comunicazione globale e persistente. Ogni strumento di comunicazione che viene adesso messo in campo deve confrontarsi con quelli che sono i riferimenti di questo modello comunicativo, e mi aspetto che nel breve volgere di pochi anni ci troveremo completamente immersi in una marea di connessioni tra diversi strumenti, che ci permetteranno di scegliere la modalità attraverso la quale vogliamo interagire con gli altri.
Ma queste sono ovviamente banalità, e non erano queste considerazioni che volevo fare.
Ciò che, invece, mi colpisce, è la facilità con cui tendiamo ad adattarci alle evoluzioni. Qualunque sia la novità introdotta, il popolo della comunicazione globale, che conta ogni giorno un numero enorme di nuovi adepti, vi si adegua, la fa propria ed inizia ad usarla senza forse nemmeno attraversare quella fase di adattamento e di apprendimento che prima era un must.
Essendo un amante della tecnologia ed un accanito sostenitore della necessità (personale ma a mio avviso molto più popolare di quanto si creda) di avere sempre a disposizione un possibile accesso alla rete, con strumenti di vario tipo (che sia un portatile, un iPhone o simile, o un semplice palmare), sono ben lieto di questa rapida evoluzione, e magari in un altro post butterò giù qualche riflessione su quanto, in realtà, siamo frenati dalle società di telecomunicazioni fisse e mobili nel poter ottenere quanto la tecnologia ha già disponibile.
Ciò che mi spaventa è il fenomeno sempre più comune di accesso a questi strumenti di alcune persone assolutamente digiune di tecnologia, e di altre che, invece, consapevoli o meno, fanno di questi strumenti un uso sconsiderato, senza nessun riguardo verso le possibili conseguenze che una diffusione di informazioni così semplificata e così capillarmente condivisa tra strumenti diversi possa generare.
Non mi va di scrivere considerazioni che possano apparire bigotte, moraliste o paranoiche… ma alla fine, probabilmente, ritenendomi un utente della rete con una certa esperienza ed un osservatore, oltre che utilizzatore, delle crescenti possibilità presenti, tendo a guardare le “nuove generazioni informatizzate” con un occhio molto simile a quello di un cinquantenne che vede le nuove tendenze sociali della gioventù del momento e le giudica in maniera spesso troppo critica.
Il punto focale della questione, probabilmente, è che le persone della mia età, specie chi è stato sempre molto attento alle evoluzioni tecnologiche, hanno vissuto in diretta il cambiamento del mondo ed hanno atteso per anni l’introduzione di strumenti che permettessero di fare determinate cose in maniera semplice ed in completa mobilità. Vedere che adesso questi strumenti sono considerati “scontati” e sono utilizzati a volte senza troppe accortezze mi fa capire che in pochi anni è davvero passata un’era. Senza malinconia, senza rimpianti, senza critiche eccessive, cosciente che ci sono persone che davvero hanno visto nascere il mondo informatico e possono avere lo stesso approccio nei miei confronti, posso ormai considerarmi un po’ “un vecchio lupo” della tecnologia, perlomeno rispetto a tutti coloro che sono entrati in questo mondo da pochi anni (durante i quali è davvero cambiato tutto).

Riflettevo sul cambio di abitudini che stiamo vivendo in diretta tutti noi. Fino a qualche anno fa, le novità che modificavano la nostra vita erano accolte con delicatezza, ed impiegavano del tempo per divenire di uso comune ed appannaggio di tutti.

Ora tale processo è estremamente più rapido.

Se nel 1997 ci si scambiava il numero di telefono di casa, già nel 2003 la rubrica dei nostri telefoni era piena per il 90% di numeri mobili, ed il telefono fisso è rapidamente diventato una seconda scelta. Se nel 2007 ci si conosceva e ci si aggiornava sulle ultime novità attraverso telefonate o strumenti di chat come MSN, Skype, Yahoo e quant’altro, già nel 2008 la maniera più semplice per comunicare con gli altri è diventata quella delle social network. Ora, nel 2009, è molto facile che due persone si aggiungano come amici su Facebook, prima ancora di conoscere il corrispettivo numero di telefono.

Ora, nel 2009, ci sono ottime probabilità che, se vuoi rintracciare qualcuno, tu possa farlo usando una social network piuttosto che cercare sulle pagine gialle/bianche o elenchi telefonici in generale.

Il mondo sta evolvendo in una ben precisa direzione, che è quella della comunicazione globale e persistente. Ogni strumento di comunicazione che viene adesso messo in campo deve confrontarsi con quelli che sono i riferimenti di questo modello comunicativo, e mi aspetto che nel breve volgere di pochi anni ci troveremo completamente immersi in una marea di connessioni tra diversi strumenti, che ci permetteranno di scegliere la modalità attraverso la quale vogliamo interagire con gli altri.

Ma queste sono ovviamente banalità, e non erano queste considerazioni che volevo fare.

Ciò che, invece, mi colpisce, è la facilità con cui tendiamo ad adattarci alle evoluzioni. Qualunque sia la novità introdotta, il popolo della comunicazione globale, che conta ogni giorno un numero enorme di nuovi adepti, vi si adegua, la fa propria ed inizia ad usarla senza forse nemmeno attraversare quella fase di adattamento e di apprendimento che prima era un must.

Essendo un amante della tecnologia ed un accanito sostenitore della necessità (personale ma a mio avviso molto più popolare di quanto si creda) di avere sempre a disposizione un possibile accesso alla rete, con strumenti di vario tipo (che sia un portatile, un iPhone o simile, o un semplice palmare), sono ben lieto di questa rapida evoluzione, e magari in un altro post butterò giù qualche riflessione su quanto, in realtà, siamo frenati dalle società di telecomunicazioni fisse e mobili nel poter ottenere quanto la tecnologia ha già disponibile.

Ciò che mi spaventa è il fenomeno sempre più comune di accesso a questi strumenti di alcune persone assolutamente digiune di tecnologia, e di altre che, invece, consapevoli o meno, fanno di questi strumenti un uso sconsiderato, senza nessun riguardo verso le possibili conseguenze che una diffusione di informazioni così semplificata e così capillarmente condivisa tra strumenti diversi possa generare.

Non mi va di scrivere considerazioni che possano apparire bigotte, moraliste o paranoiche… ma alla fine, probabilmente, ritenendomi un utente della rete con una certa esperienza ed un osservatore, oltre che utilizzatore, delle crescenti possibilità presenti, tendo a guardare le “nuove generazioni informatizzate” con un occhio molto simile a quello di un cinquantenne che vede le nuove tendenze sociali della gioventù del momento e le giudica in maniera spesso troppo critica.

Il punto focale della questione, probabilmente, è che le persone della mia età, specie chi è stato sempre molto attento alle evoluzioni tecnologiche, hanno vissuto in diretta il cambiamento del mondo ed hanno atteso per anni l’introduzione di strumenti che permettessero di fare determinate cose in maniera semplice ed in completa mobilità. Vedere che adesso questi strumenti sono considerati “scontati” e sono utilizzati a volte senza troppe accortezze mi fa capire che in pochi anni è davvero passata un’era. Senza malinconia, senza rimpianti, senza critiche eccessive, cosciente che ci sono persone che davvero hanno visto nascere il mondo informatico e possono avere lo stesso approccio nei miei confronti, posso ormai considerarmi un po’ “un vecchio lupo” della tecnologia, perlomeno rispetto a tutti coloro che sono entrati in questo mondo da pochi anni (durante i quali è davvero cambiato tutto).

In quanto vecchio ed in quanto lupo, lasciatemi le mie soddisfazioni quando scopro che una nuova frontiera è stata finalmente abbattuta e che nuovi strumenti sono stati resi disponibili, e lasciatemi anche guardare con una piccola nota di superiorità a chi non sa che, un tempo, queste cose non erano fattibili. Un giorno anche loro faranno lo stesso con le nuove generazioni, ma per il momento, davvero, provo ancora una punta di piacere ed una soddisfazione personale quando scopro che qualcosa, che un tempo desideravo fosse possibile fare, adesso lo è.

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