QoL – Quality of Life

QoL – Quality of Life

Siamo tutti sempre con la testa altrove. Più di prima, nel mio caso, ho difficoltà a ricordarmi le cose, ad organizzare gli appuntamenti per chiudere le questioni personali (rinnovo documenti, tagliandi alla macchina, acquisto farmaci, lenti a contatto, etc.).

Venerdì scorso, dopo una massacrante settimana lavorativa, mi sono recato ad uno sportello ATM per effettuare un prelevamento. 200 Euro che il bancomat, prontamente, ha erogato e che io, altrettanto prontamente, ho lasciato lì.

Mi sono accorto del dramma solo ore dopo, quando cercavo di pagare una birra appena bevuta.

Ora la domanda nasce spontanea: è giusto guastarsi la vita personale in virtù di un impegno sul lavoro che, poi, lascia poco spazio alle cose che davvero contano? Sarà un discorso trito e ritrito… qualcosa di molto simile ad aria fritta in olio esaurito, ma ritengo che scrivere nero su bianco questo genere di riflessioni possa aiutare a tenere bene a mente quali siano le cose importanti e quali siano, invece, gli strumenti per ottenerle.
Si tende, spesso, a confondere le cose, e misteriosamente, senza che ne abbiamo coscienza, la risoluzione di un problema sul lavoro diventa la “cosa importante”, mentre la vita privata, che in genere è piena di “cose importanti”, viene lasciata al margine.
Questa aria fritta è qualcosa che appartiene ad ognuno di noi, è un atteggiamento che, a mio avviso, è ormai quasi congenito. Ogni nuovo essere umano viene educato in questa maniera, e cresce in un mondo intessuto di “urgenze” e “criticità”. Sarebbe tutto ok se queste venissero, by default, gestite e risolte con un costante occhio di riguardo a quella che è la crescita umana, e non solo professionale (anche se poi il confine è labile, siam d’accordo, ed una è strettamente connessa all’altra).
In definitiva, ritengo che arrivare alle 21.00, dopo una giornata di lavoro, e non riuscire a concentrarsi nemmeno il tanto che basta per guardare un film, o leggere un libro, o semplicemente non riuscire a tenersi in piedi per il mal di testa e la tensione nervosa accumulata, costituisca qualcosa che dovrebbe essere ritenuto, per principio, contrario all’etica e vietato dalla legge.
Sarebbe forse utile, ragionando per assurdo, effettuare dei controlli sullo stato mentale delle persone al loro ritorno a casa. Qualora si ritenga che il livello di soglia sia stato superato (anche per uno ed uno solo dei parametri che si ritengono fondamentali per mantenere una discreta qualità di vita), si dovrebbe intervenire.
Poi qui possiamo aprire un infinito dibattito sull’assurdità, illegalità, contrarietà alla privacy di questo scenario… ma questo lo so, stavo solo ragionando per assurdo…
Possiamo anche discutere millemila anni su quali debbano essere i parametri da misurare… e ripeto che ragionavo per assurdo.
Il principio è che, forse, sempre di più, abbiamo bisogno di tutori che ci dicano come vivere, oltre ad avere datori di lavoro che ci dicono come ucciderci per il loro profitto. Ne abbiamo bisogno sull’autostrada, poiché senza tutor si viaggia a 200 all’ora e ci si schianta e si ammazzano altre persone, perché non doverne istituire altri che ci aiutino a non schiantarci sul lavoro?
Intanto i miei 200 Euro sono rimasti nel bancomat, sempre che qualcuno non se li sia presi vedendoli lì appena me ne sono andato.
E intanto impiego mesi per trovare un’ora per portare la macchina a fare il tagliando… e settimane per andare in farmacia a comprare il Moment per combattere quel mal di testa che, forse, non avrei se conducessi una vita lavorativa più umana… e non ho ancora comprato le lenti a contatto che mi stanno per finire, e la mia carta d’identità è scaduta a Giugno… e se ho un problema fisico, non so come gestirmi per andare a farmi una visita…
Sarà che io sono anche molto disorganizzato e poco attento alle scadenze personali e roba simile… ma sempre più, specie nell’ultimo periodo, sento le giornate volar via, avverto il passare del tempo, lo sento sulla pelle come fosse una corda che pian piano si stringe. Mi scorre addosso, mi toglie sempre più il respiro, e ad ogni giro che fa attorno a me un pezzetto della mia vita è passata, e tante cose che avrei dovuto e voluto fare restano solo delle belle speranze di avere ancora tempo in futuro.
Quanto è prezioso il nostro tempo? Contabilmente potrebbe valere 10, 15, 20 Euro l’ora, o anche meno, il più delle volte. Ha per noi davvero questo valore? Una giornata di lavoro ci toglie, in genere, circa 10-11 ore, considerando anche i tempi per recarsi sul posto e per tornare. Il problema, in genere, è che il tempo che avremmo dopo si dimostra spesso non utilizzabile a causa del nostro stato mentale e fisico. Quanto vale tutto questo? Quanto è importante nell’economia della nostra vita poter disporre delle nostre energie per il tempo che riteniamo necessario a vivere?
Inizio a pensare che, a volte, quel tempo che ci viene sottratto non abbia prezzo. Andrebbe rivalutato. Occorrerebbe dare un peso maggiore alla nostra qualità di vita.

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