Lo zaino temporale

Lo zaino temporale

Panta Rei. Ogni cosa tende a trasformarsi nel tempo. Come l’acqua del fiume, tutto ciò che abbiamo intorno muta ogni giorno, assumendo caratteristiche che prima non aveva.
Sembra semplice accettare questo concetto, farlo proprio e convivere con la dimensione temporale, che riesce a modificare anche quello che, altrimenti, potrebbe restare identico a sé stesso.
Se non esistesse il concetto del tempo, non ci sarebbe, però, nulla… perlomeno nella forma che noi conosciamo. Probabilmente si può arrivare a dire che vediamo il mondo proprio perché esso cambia ed evolve.
Che uso facciamo del nostro tempo? Riflettendo su questa domanda, mi sono accorto di poter dare a questa domanda una risposta estremamente semplice, almeno per la maniera in cui percepisco io la vita e la realtà che mi circonda.
Quello che facciamo durante quella finestra temporale che ci è concessa è accumulare.
Forse spinti dall’ancestrale bisogno di far fronte ai momenti di difficoltà, facciamo incetta di tutto quello con cui veniamo a contatto e ce ne riempiamo le tasche.
Esaurite quelle, mettiamo tutto in uno zaino, e lo facciamo diventare pesante e rassicurante.
Come quando si parte per un viaggio, e si tende a voler ficcare in una valigia tutto il contenuto del nostro armadio, così da sentirsi rassicurati dalla presenza di oggetti a noi noti, allo stesso modo, per affrontare quel viaggio che dura una vita, accumuliamo il più possibile e portiamo tutto con noi.
Lo facciamo con gli oggetti, con le persone, con i ricordi, con le emozioni.
Portiamo tutto in quello zaino, che diventa sempre più pesante e ci rende sempre più attaccati ad esso, contenendo tutto quello che pensiamo essere noi.
Uno zaino.
Se, però, è vero che tutto cambia, molto probabilmente, osservando il contenuto di questo bagaglio che non lasciamo mai, potremmo renderci conto che ci sono cose ormai obsolete. Passate.
Possono essere oggetti da buttare, o potrebbero essere situazioni da cancellare. Esperienze, emozioni o persone che appartengono al nostro passato, e che devono restare lì, per non appesantire il nostro viaggio.
Lo zaino costituisce, è vero, la nostra vera essenza. Ma un bagaglio pesante ci impedisce di correre quando dovremmo farlo. Di saltare quando serve. Di viaggiare verso il futuro che vogliamo.
Ogni singola cosa che abbiamo messo in quello zaino è fondamentale per dipingere chi siamo stati. Questo è il motivo fondamentale per cui abbiamo così tanta difficoltà a separarci da tale prezioso contenuto.
Tutto quello che abbiamo accumulato, d’altronde, ci permette di definire chi siamo diventati. Quel bagaglio ci serve per collocarci nel mondo. Per poter dire di aver vissuto, di aver amato, di essersi emozionati per un film. O di aver raggiunto dei traguardi, di aver comprato quel televisore da 46 pollici che tanto sognavamo, o quella moto che sembrava così lontana da noi e che ora dorme in garage. In quel garage di quella casa che è stato il nostro vero nuovo inizio di vita.
Ognuna delle cose che abbiamo messo nello zaino colora un pezzetto della nostra vita, la rende reale come noi vogliamo che sia. Ci mostra il cammino che abbiamo fatto e ci segna la posizione in cui siamo.
Ognuna di quelle cose, però, non ci permette di definire il cammino che dobbiamo ancora fare.
Per poter continuare quel viaggio che abbiamo iniziato occorre sedersi un momento, guardare in quel bagaglio che stiamo trasportando, selezionare ciò che pensiamo di voler portare con noi, e lasciare che il resto torni ad esistere nel tempo e nel luogo da cui lo abbiamo strappato.
La chiave del successo, quello che può fare la differenza tra il raggiungere il proprio futuro e il restare impigliati in un presente che evolve troppo lentamente, è la capacità di riuscire a portar con sé il risultato.
Un po’ come dire: lasciare indietro la causa, trattenerne l’effetto.
Non sono quelle cose che definiscono il nostro presente, ma è il significato di esse che delimita i contorni della nostra essenza.
Le conseguenze di quel che facciamo segnano il nostro cammino, ed occorre esser pronti a valutare quali siano i risultati di ciò che ci accade, o che facciamo accadere.
Storie finite, momenti di difficoltà, viaggi fatti e sensazioni provate, oggetti significativi: tutto va letto e compreso. Occorre capire come ogni cosa ci ha cambiato, come ci cambia. Occorre stringere a sé il risultato di questa analisi, e lasciare indietro la causa che l’ha scatenata.
Abbiamo bisogno di fare spazio nel nostro zaino, senza perdere la sua essenza.
Senza dimenticare le cose importanti, occorre lasciare indietro tutto ciò che può appesantire il nostro viaggio.
Dobbiamo correre e raggiungere quel futuro che vorremmo. Occorre viaggiare leggeri, ma portar con sé l’essenza del nostro mondo.

Location:Kladská,Praga 2,Repubblica Ceca

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