Archivi autore: Simone

… Gli occhi si chiudono. Ogni cosa tende ad assumere connotati diversi. Il buio rende ogni cosa più discreta, più vicina. Realizzabile. Privata. Ad occhi chiusi si decide il proprio destino. Si gestisce il proprio futuro. Se non si guarda il mondo, esso diventa più semplice da modellare. Poi gli occhi si aprono, e la luce riporta in vita quella parte di realtà che vorremmo tenere nascosta. L’oscurità mostra la parte più vera di noi.

Panta Rei. Eraclito, secondo tradizione, sosteneva come l’uomo non potesse vivere due volte la stessa esperienza, emozione, non potesse agire due volte nella stessa maniera. Tutto scorre, come da volgare traduzione di questa geniale intuizione… in realtà non è il tutto che scorre, ma il tempo che trasforma. Così, ognuno, agisce secondo le variabili della sua vita più quella, insindacabile, del tempo. Ogni azione compiuta la seconda volta, per quanto ripetuta con le stesse intenzioni e con la stessa finalità, non può essere uguale ad un’altra, avvenuta nel passato, per quanto prossimo esso sia. Il mondo filtra attraverso gli occhi con un’intensità che è frutto di un viaggio, e quindi dipende strettamente da quella insidiosa variabile che facilmente si trascura. Un’Odissea, più che altro… vissuta alla pari del vecchio Ulisse, che attraversò il mondo allora noto per giungere nella patria. Un viaggio, il nostro, alla ricerca della natura stessa dei…

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Note di pianoforte che fanno volare… noi che abbiamo dimenticato come poter immaginare di poter guardare oltre la fine del mare… Senza gli occhi, provando a sentire il canto della vita che chiede di uscire… Quella vita che continuiamo a sprecare, immersi in un rassicurante torpore. Il tempo si ferma… È come un grido che, lentamente, prende forma. Come un prigioniero in catene che sia stato drogato, e che pian piano si risvegli. Prende coscienza della situazione in cui si trova. Osserva la sua prigionia con distacco, non comprendendone appieno le implicazioni. La vita, poi, lo raggiunge all’improvviso. Lo trova impreparato. Smania di uscire e riprendere il suo corso. È come un grido, ma è molto di più… È bisogno di assaporare quel gusto ormai perso. Di nuovo. È un giorno di quelli che non dovrebbe finire. Quel grido è pronto ad uscire. Si spegne la musica, e tutto, lentamente,…

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Coerenza e concretezza. Un paio di ingredienti per sentirsi più solidi. Così difficili da riscontrare, e così rari, da farci rimanere, in loro presenza, a bocca aperta. Il mestiere di vivere non è cosa che ci possa venire insegnata. Molti suggerimenti possono giungere dall’esterno, e possiamo coglierli e tentare di metterli in pratica. Nessuno, però, potrà aiutarci a scovare alcuni segreti che si rivelano indispensabili a fare di noi delle persone davvero calate in questo mondo, e capaci di viverlo per davvero. Nessuno ci insegnerà a trovare la giusta sintonia con noi stessi. In sua assenza, saremo davvero soli a questo mondo. Nel lungo percorso che ho fatto in questi anni di esperimenti su me stesso, ho attraversato numerose fasi, ognuna delle quali è stata segnata da un leitmotiv ben riconoscibile ed unico. L’ultima di esse, quella che finalmente mi ha traghettato qui dove mi trovo ora, è stata quella…

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… Dietro ogni persona si cela un mondo sconosciuto. Essere capaci di osservare gli altri muoversi, agire, parlare, e riuscire a cogliere una parte di quel mondo così privato ed intimo, facendola propria e restituendo il corrispettivo di sé stessi, è probabilmente ciò che fa la differenza tra chi semplicemente vive la sua vita e chi, invece, riesce anche a modellarla.

… Era un cane con vestaglia. Grigia, con bordini rosa, molto chic. L’altro lo vede da lontano, e si avvicina. Si annusano, si guardano, scodinzolano sereni. I loro amici uomini restano dove sono, senza parlarsi. Loro sono già compagni di gioco. Poi si voltano, corrono sul prato dietro di loro, sembra vederli sorridere. Insieme fanno volar via un piccolo stormo di uccellini posati sull’erba. Sintonia, semplicità, bellezza. Serenità.

… Quegli occhi mi guardavano. Fissi. Si muoveva come piace a me. Disinvolta. I capelli riempivano lo spazio intorno. Ma, intorno, per me, non c’era più niente. Bastò un attimo, ed era per sempre. Solo una parola, e le strade si unirono. Un tuffo nell’ignoto. Una speranza per il futuro. Un sogno. Poi mi sono svegliato.

… Ritrovare quelle lacrime emozionate, troppo a lungo relegate così in fondo da risultare introvabili, è stato come aprire uno spiraglio di luce in una stanza buia, ed osservare una parte di mondo da troppo tempo repressa e negata. Leggere parole capaci di far volare è stato come ritrovare una parte di vita. Si riparte dai girasoli!

Un tempo credevo che il mondo fosse ai miei piedi.
Che ogni cosa mi fosse possibile. Sarebbe bastato volerla, ed ecco che d’incanto essa si sarebbe realizzata.
Un tempo mi guardavo nello specchio e vedevo qualcosa. Oltre l’immagine riflessa scorgevo una persona. Un ragazzo dotato di uno spessore che ritenevo, allora, al disopra della media.
Quanto può essere ingannevole quello specchio, che ci mostra sempre solo ciò che siamo pronti a scorgervi.
Quanto può essere errata la percezione che abbiamo di noi stessi, dal momento che essa deriva da un’osservazione quotidiana di un’evoluzione lenta ma costante.

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… Torno a casa… Ma la casa dov’è? Inizio a perdere l’orientamento. Di notte mi sveglio e non ricordo in che letto stessi dormendo. La vita inizia a richiedere pianificazione. Quel trolley sempre appresso. Le nuvole viste da sopra. Il mondo una cartina geografica. Si spegne la magia, e serve un fulcro per far riemergere la creatività.

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