Profumo di sostanza

Profumo di sostanza

Coerenza e concretezza. Un paio di ingredienti per sentirsi più solidi. Così difficili da riscontrare, e così rari, da farci rimanere, in loro presenza, a bocca aperta.
Il mestiere di vivere non è cosa che ci possa venire insegnata. Molti suggerimenti possono giungere dall’esterno, e possiamo coglierli e tentare di metterli in pratica. Nessuno, però, potrà aiutarci a scovare alcuni segreti che si rivelano indispensabili a fare di noi delle persone davvero calate in questo mondo, e capaci di viverlo per davvero. Nessuno ci insegnerà a trovare la giusta sintonia con noi stessi. In sua assenza, saremo davvero soli a questo mondo.
Nel lungo percorso che ho fatto in questi anni di esperimenti su me stesso, ho attraversato numerose fasi, ognuna delle quali è stata segnata da un leitmotiv ben riconoscibile ed unico. L’ultima di esse, quella che finalmente mi ha traghettato qui dove mi trovo ora, è stata quella dominata dalla necessità di isolamento. Ero partito da solo, e solo sono giunto qui.
Non sono un asociale. Non sono, però, neppure particolarmente carismatico. Passato il tempo in cui le relazioni umane mi spaventavano, è arrivato poi il momento di constatare come la gran parte di esse siano costruite su una reciproca, e spesso cosciente, disattenzione ai particolari.
Rapporti condotti in modo sommario, caratterizzati da una conoscenza assolutamente superficiale dell’altro, basati il più delle volte sulla triste ma istintiva necessità di compagnia.
Ci si fanno due risate insieme, e ci si chiama amici.
Una birra ed una serata al rimorchio bastano, molte volte, a suggellare rapporti che, poi, si esauriscono per mancanza del carburante che li alimenti. Non ci sarebbe nulla di male in questo, se non fosse che si tende a costruire un’intera esistenza proprio attorno a questo genere di relazioni umane. E ci si considera persone socialmente valide quanto più si dispone di compagni di serate. Salvo poi sentirsi soli anche quando si è in mezzo ad un gruppo. Senza capirne il motivo, senza afferrare il banale concetto che, di fatto, siamo noi i principali compagni della nostra vita. Sempre che riusciamo a trovarci…
Dovrei intitolare gli ultimi anni della mia esistenza alla scoperta dei rapporti sociali. Bramati, poi rifiutati. Gestiti male, e poi ancora rinnegati. Rapporti stretti, che senza volerlo ti ingabbiano in scelte che non volevi fare, e indirizzano la tua vita lì dove tu non volevi andare.
Blande compagnie che non lasciano segno quando svaniscono come la rugiada evapora con il sole. Amicizie sincere che, però, non resistono al logorio del tempo, e si trasformano in rapporti di routine, senza più originalità e nuovi spunti.
Troppo spesso ho pensato di credere in qualcosa, trovandomi poi costretto a tornare sui miei passi. Troppe volte ho dovuto osservare come si stringano legami facendosi da soli mille promesse, senza puntare alla sostanza, ma fermandosi al primo livello cognitivo.
Troppe volte, in passato, mi sono ripetuto che c’è bisogno di coerenza. E concretezza.
E ho capito che non si può cercare negli altri quello che, invece, dobbiamo sviluppare noi stessi.
È sempre molto facile ingannarsi, reputando il proprio livello di maturità superiore a quello delle persone con cui si entra in contatto. È difficile, per scelta, privarsi di qualcosa perché si ritiene di non averne diritto.
È, però, fondamentale, dedicare alla nostra evoluzione tutte le energie di cui ha bisogno, a volte lasciando da parte qualcosa a cui non si è pronti.
Così, quando è servito, mi sono accusato di insufficienza. Mi sono arrestato, e sottoposto a giudizio.
Il processo si è svolto, la sentenza è stata pronunziata. Mi sono condannato ad anni di apprendimento, per potermi sentire, alla fine, pronto per instaurare un profondo e sincero rapporto… con me stesso.
Ora osservo ciò che mi trovo davanti, ogni giorno, poi getto uno sguardo dietro di me, e capisco che una parte di quella scuola può dirsi completata. Forse è giunto il momento di partire per un nuovo viaggio. Questa volta ho un compagno che ho deciso di portare con me. L’ho conosciuto, ed ho imparato ad apprezzarlo, e a fidarmi di lui. Solo ora capisco di aver finalmente preso contatto con la parte di me che, prima, rifiutavo, ed allontanavo.
Sarà al mio fianco in questa nuova fase, che sarà all’insegna di una sincera apertura verso il mondo attorno.
Senza farmi sconti, resterò all’erta, ma cercherò finché potrò quella coerenza, e concretezza, all’esterno e all’interno. Quel profumo di sostanza che ti fa illuminare gli occhi, e fa viaggiare la mente.
Quell’energia vitale che mi permetterà, finalmente, di riaccendere tutti i recettori, annusare l’aria, sorridere ai compagni di viaggio che saprò trovare, e puntare alla meta. Senza lasciare più indietro quel pezzo di me tanto faticosamente ritrovato. Questa volta non arriverò solo al traguardo…

Lascia un commento