Il buio dietro gli occhi

Il buio dietro gli occhi

Momento di buio. A volte capita, ed in genere senza troppo preavviso.

Uno di quegli stati che di sicuro vorresti affrontare in un momento successivo e non quando si presenta poiché, regolarmente, sei impreparato.

Ogni cosa attorno sembra improvvisamente mutare.

Anche il tempo varia. Si alza il vento, e se prima la temperatura sembrava gradevole e amica, tutto d’un tratto il freddo, o il caldo, invadono i tuoi sensi.

Il sole, se c’è, ti infastidisce gli occhi. Attorno, naturalmente, sembra esserci più silenzio di quanto ne riscontrassi nei minuti immediatamente precedenti.

Tutto questo è percezione, ma è come se fosse veramente reale.

La domanda che si fa strada immantinente è sempre, alla fine, la stessa. Dove sto andando?

Immediatamente a seguire, inizi a chiederti “che cosa devo fare? Lasciarsi trasportare, oppure opporsi strenuamente a questo momento?

A volte non risulta semplice scegliere. Malgrado generino una perdita di fiducia nel futuro, e spesso siano all’origine di consistenti crolli di autostima, infatti, i momenti di smarrimento tendono a presentarsi ai nostri occhi come affettuosi amici.

Non si palesano sempre per quel che sono, ma piuttosto mascherano la loro essenza, apparendo come momenti di riflessione, ricchi di costruttiva decisionalità.

Ci lasciamo coinvolgere da questa parentesi di oscurità, abbandonando ogni genere di pensiero razionale e coerente.

La paura è la manifestazione principe di quegli attimi. Seguita da senso di smarrimento ed impotenza.

Gli eventi sembrano dover accadere senza possibilità di intervento, e si tende, quindi, ad approcciare tale momento con rassegnata passività. Lo guardo continua a non vedere, mentre gli occhi risultano persi.

Lo sono, abbandonati alla ricerca di quello che vorrebbero leggere nel futuro e che, invece, in quell’istante sembra lontano e non plausibile.

Lo spazio inizia a ripiegarsi su sé stesso, e si ha l’impressionedi mescolare passato e futuro, rivivendo situazioni ormai concluse a cui, in quel momento, riconosciamo un’attualità senza compromessi.

Il momento di buio passa presto, in genere, un po’ come un flash che acceca e poi pian piano scompare, permettendo alla vista di tornare normale. Quella malinconia che ha portato con sé, l’abbiamo immediatamente abbracciata non appena ci è apparsa. Lieti di poterci concedere un po’ di pausa dalla realtà circostante, quasi presumendo di trovare in quell’oscurità una scintilla di vita, ci siamo lasciati inizialmente coccolare da questa sensazione di intimità, di un momento che era soltanto nostro.

Abbiamo tenuto per mano il buio mentre avanzava, fiduciosi che esso potesse portare conforto e riflessione. Che fosse amico.

L’inizio crea smarrimento, ma tendiamo a concentrarci su questa sensazione in quanto semplice strumento per raggiungere un livello di focalizzazione su di noi che, generalmente, non abbiamo. Non è facile aprire la propria mente all’indagine di noi stessi. Tendenzialmente siamo molto chiusi all’introspezione. Smarrirsi, a volte, è il solo modo per poter iniziare a cercare una direzione in cui andare.

La differenza è che, il più delle volte, perdersi nel buio non aiuta a trovare una strada, ma ingenera soltanto paura e solitudine.

Momenti di buio. Da non confondersi con i momenti di riflessione, cercati, voluti ed affrontati con risolutezza. Momenti di buio che, invece, ci sorprendono nei momenti più improbabili, persino nel pieno di una giornata felice.

Tutto, improvvisamente, perde di interesse, e non si riesce a capire cosa sia ad aver generato tale intimo e destabilizzante cambiamento.

A volte lasciano il segno. Un senso di affaticamento ed insoddisfazione che persiste in noi per lungo tempo. A volte possono anche risultare utili. Può accadere che attraverso un momento di totale perdita di controllo sulle nostre emozioni, si arrivi a focalizzare qualcosa che, finora, era risultata sfuggente ed al margine della nostra capacità di analisi.

Momenti di buio, da comprendere, superare e, se possibile, volgere a proprio favore, trasformando la sensazione di distanza dal mondo in una vera occasione di riflessione.

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