Domandare è lecito…

Domandare è lecito…

Perché esiste il dolore? Conduce da qualche parte? Ha senso opporvisi? Che motivo c’è di lottare? Domande senza risposta. Probabilmente tale risposta, qualora esistesse, non sarebbe nemmeno così importante.
Ciò che conta, il più delle volte, è proprio la domanda.
Porsi l’interrogativo apre la mente ad una serie di nuove possibilità di indagine. Stimola il pensiero a trasformarsi in azione per determinare cosa, in tali quesiti, abbia davvero attinenza con il proprio ruolo e scopo nella vita.
Molte questioni sopraggiungono quando ci si trova ad affrontare momenti di particolare afflato introspettivo. L’origine di questi periodi, però, il più delle volte potrebbe costituire la stessa ragione alla base di tale necessità di analisi. Non è chiaro se siano le domande a generare quello stato di ricerca, o se, viceversa, tale indagine e le relative problematiche derivino da una particolare sensibilizzazione a quanto accade nella sfera di luce che illumina quella piccola porzione di mondo in cui ci troviamo ad agire.
Mi capita di fermarmi, e di chiedermi cosa abbia senso e cosa non ce l’abbia. Mi pongo le domande, evito di cercare una risposta che, comunque, sarebbe limitata, e mi trovo invece ad analizzare la ragione di tale necessità di sapere, di capire. Cosa porterebbe in termini di vantaggio, nella mia vita, ottenere una risposta? Probabilmente il giorno seguente dovrei comunque destarmi, prepararmi, recarmi a lavoro ed affrontare la lotta contro me stesso ed il mondo attorno per guadagnarmi il diritto di fermarmi di nuovo e pormi la successiva domanda. Se non è condivisa con il mondo, una risposta non ha, spesso, nessun valore, se non quello di avere una possibilità in più rispetto agli altri: scegliere una direzione. Se, però, tale scelta non combacia con il cammino che si è intrapreso in quello spazio comune condiviso con altri, si rischia di andare controcorrente, e di trovarsi presto a mettere in discussione quella risposta.
La domanda, invece, è fine a sé stessa, e permette di stimolare un processo di induzione che, se ben condotto, garantisce un’armonia tra il proprio cammino, quello altrui, e le motivazioni che hanno generato la domanda.
Sarà poi essa a creare nel nostro pensiero uno stato di analisi e di ricerca, o sarà invece un momento particolare della nostra esistenza, in cui tutto sembra fragile e misterioso, a creare le condizioni necessarie a stimolare l’indagine?
La risposta, anche qui, non è più importante della questione che ci si pone.
Ciò che, invece, resta fondamentale, è alimentare il pensiero e farne uno strumento. Utilizzarlo, poi, determinerà quale cammino si intraprenderà.

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