4 mani e via…
Il tema del giorno è, necessariamente, il ritorno dalle ferie. Vacanze. Un po’ come dire format c: o qualcosa di simile. Si prende la Reflex, gli iPhone (notato il plurale? non è un errore…), i vestiti (il tutto esattamente in questo ordine)… e si va. In genere tende a non essere molto importante il luogo di destinazione. Si deve andare. Si DEVE. E’ indispensabile che le ferie vengano spese in posti diversi da casa. O, perlomeno, questo è un po’ il sentire comune. La tendenza è quella di cercare la migliore combinazione ed il miglior rapporto qualità/prezzo per agevolare la bradipizzazione neuronale e garantire alle sinapsi tutte un gradevole vuoto cosmico in cui navigare e perdersi. Si torna, e la vita comune piomba di nuovo sulle teste del depresso ex-vacanziero. Le ferie sono finite. E’ ufficiale. Domani si torna a lavoro. Per me, non potrebbe esserci ritorno peggiore. Nulla di…
Last day, say goodbye
Ultimo giorno. Sveglia alle 9, as usual. Doccia. Colazione. Valige da preparare, check out alle 11 circa. Solita prassi di saluto all’albergo, con la sensazione cmq di lasciare un pezzettino di sé nel posto che ci ha ospitato… camera sixofive, 605. Si esce dopo aver lasciato i bagagli in hotel per la giornata. Reflex e cellulari appresso. Come ieri, niente panini… Si salta il pranzo, e si pensa di pranzo-cenare alle 17.30-18.00, seguendo le usanze locali, per affrontare poi il viaggio a stomaco pieno. Giornata relax, veloce, poche note da segnare. Si ripercorre la strada di ieri sera fermando gli istanti sulla pellicola digitale. Il tempo è nuvoloso, ma ci assiste… Alla fine abbiamo visto pioggia solo il primo giorno, ci è andata di lusso! Foto ai palazzi, ad una chiesa che non avevamo visitato e che sembra bella (le altre a me non sono piaciute proprio). Purtroppo c’è la…
Sixth day
Dopo meno di 5 ore di sonno, la sveglia ci avverte che sono le 9 e che è ora di scendere per la colazione. Gli occhi faticano ad aprirsi ma non vogliamo perderci il lauto banchetto mattutino, quindi ci docciamo ed andiamo a mangiare. Per me bacon, uova, funghi, patate ed un po’ di dolce, che non ci sta male. In fondo ogni tanto una colazione sostanziosa (leggi attentato al fegato) ci vuole, no? La decisione comune è quella di una giornata di relax… e colla stanchezza che abbiamo accumulato è assolutamente piacevole girare per i posti già visti senza fretta, sedersi sui gradini della piazza del senato, con il sole ed un venticello meraviglioso, o vedere di nuovo il vivacissimo e coloratissimo mercato in riva al mare. Ce la prendiamo comoda, e poi decidiamo di vedere una zona che avevamo trascurato finora: a sud della piazza del mercato sembra…
Fifth day
La giornata inizia con la rituale colazione, seguita dalla preparazione degli immancabili panini… operazione che costa sempre un po’ di attenzione per non sembrare troppo sfacciati. Si aspetta quindi che i camerieri non guardino per incartare il panino e buttarlo in borsa. Giusto per evitare di passare per i soliti italiani… Si procede poi al ritiro dell’auto, che pensavamo noleggiata, avendo chiesto in reception di averla per le 10.30-11.00. Scopriamo invece che ci sono stati una serie di fraintendimenti, ed alla fine ci danno una fantastica Citroen C3 automatica dal parco auto della società di noleggio interna all’hotel. Invece di 85 Euro che pensavamo di spendere, con questo sistema riescono a chiedercene 100. Evvabbé… Si parte, direzione Turku. Arrivare è semplice, e poco dopo mezzogiorno parcheggiamo al centro (2,40 € per 1 ora, senza possibilità di sostare più a lungo). Giretto per la piazza del mercato, dove scopro amaramente di…
Fourth day
La giornata inizia a fatica… Doccia per svegliarsi dopo aver dormito comunque poche ore (chissà perché non riesco più a dormire molto bene), e poi solita abbondante colazione e relativa preparazione di panini per il pranzo. Si prepara lo zaino e via per scoprire il museo all’aperto dell’isola di Seurasaari. Viaggetto in autobus, che ci lascia di fronte all’ingresso del museo, e poi si entra. Dal primo momento siamo praticamente circondati da scoiattoli, e la cosa chiaramente stupisce noi e tutti gli altri visitatori presenti. Inizia il waltzer delle foto allo scoiattolo. Esserini piccoli e nervosi, velocissimi, ci hanno accompagnato per tutta la giornata, complice la nostra ostinazione (ben ripagata) nel volerli fotografare da vicino, e durante possibili contatti fisici. Devo dire che sono uscite fuori delle notevoli foto, sia mentre gli si dava da mangiare, sia mentre, cosa assolutamente sorprendente, si arrampicavano sui pantaloni nostri o degli altri presenti.…
Third day
Finalmente il sole. Ci voleva. Dopo la giornata di ieri, passata tra pioggia, vento e nuvole bianche ed uniformi che uccidevano i contrasti ed i colori, oggi finalmente questa città mostra le sue vere tinte. Si parte verso quello che ormai abbiamo capito essere il centro, o comunque la parte più viva della città. Raggiungiamo presto un mercatino, che si trova nei pressi dell’hotel. Sembra più che altro un mercatino delle pulci, ma è grazioso e pieno di gente. Kauppahalli si chiama. Probabilmente Kauppa vuol dire mercato. continuiamo e raggiungiamo presto le zone centrali. Alexandersgatan ed Etelaesplanadi sono le due vie principalmente frequentate. Sulla seconda, alla fine, si apre una grossa piazza dove c’è un enorme mercato (Piazza del mercato, o Kauppatori, per l’appunto). Giriamo questo posto pieno di bancarelle di ogni tipo, tutte molto interessanti: cose da mangiare cucinate in gigantesche padelle, ninnoli vari fatti a mano, oggetti tipici…
Second day
Passeggiata lunga e faticosa… Dapprima un deludentissimo Museo della Fotografia: niente di interessante, solo una grossa perdita di tempo. Per arrivarci, è stato per me necessario comprare un ombrello, essendo il tempo pietoso… Pioggia continua. A seguire, svariati chilometri per raggiungere una chiesa “sotterranea”, una cosa abbastanza interessante e particolare. Infine il museo della storia finlandese, un lunghissimo percorso dalla preistoria ai giorni nostri, o quasi, che è stato sì interessante, ma davvero molto stancante. Dopo un bel giro nei quartieri del centro, il ritorno in hotel… I miei piedi erano devastati, e hanno richiesto un po’ di riposo per prepararsi alla nuova sortita. Destinazione cena, con previa passeggiata per trovare il posto adatto. Abbiamo finito per mangiare messicano, in un posto gigantesco e deserto (come quasi tutti i posti qui ad Helsinki). Una salsa tra le più piccanti mai assaggiate è stata l’unica cosa buona del ristorante. Per concludere…
First day, First Contact
Helsinki. Una città che appare deserta, almeno al primo impatto. Tempo di girarla, e ci si accorge di un’architettura intrigante, piena di edifici particolari, curati. Si ha l’impressione di una città forse meno vissuta di quelle a cui siamo abituati, ma probabilmente è solo un’impressione… Forse semplicemente il fatto di essere vissuta, qui, aiutato dalla minore densità di popolazione, non implica che debba essere ridotta male… Cena in un posto abbastanza tipico (Tori): fegato grigliato con salsa di bakon e puré, polpette di carne con sugo, dolce con base di cake al cioccolato fondente e gelato di fragola (interessante abbinamento caldo-freddo), e caffè finlandese… Una specie di bibitone all’americana ma con gusto di caffè, abbastanza forte (io non l’ho finito). Alla fine la serata di contatto ci ha dato un’idea della città, malgrado poi scoprire che i posti da visitare erano altrove rispetto a quelli visti durante la serata… È…
Leaving…
In partenza per le ferie. Abituato a viaggiare, ho un po’ perso l’effetto novità dell’aeroporto, del volo, e di tutte le sensazioni collegate. In ogni caso, vedere un posto nuovo predispone l’umore ad una serie di gradevoli emozioni. Come sarà? Mi divertirò? Saprò sfruttare il mio tempo per trasformare un semplice viaggio in qualcosa da ricordare? Tante domande, ma come sempre la risposta ad esse non è importante… Fondamentale è aggiungere un pezzo a quel bagaglio, che poi costituisce il nostro modo di vivere. Si parte…
Sinapsi in cerca di casa
Di tanto in tanto mi piace lasciare che le riflessioni seguano i loro percorsi, cercando di guidarle solo per quel piccolo tratto di strada utile a dar loro una direzione. In questa maniera si tende a scoprire quali siano i pensieri più ossessivi che dominano la nostra vita nell’intorno del momento in cui si giunge a tale realizzazione. Uno dei temi che da sempre ha catturato l’attenzione dei miei neuroni è l’esperimento di eliminazione virtuale delle sovrastrutture mentali create dal nostro entourage, da noi stessi o apparentemente (e solo così potrebbe essere) connaturate alla nostra essenza. Ciò che siamo deriva da molti fattori che si sommano ed originano il risultato. Ognuno di questi fattori appartiene alle due categorie in cui si possono effettivamente dividere i condizionamenti che influiscono su di noi: esterni o interni. Se è facile individuare e suddividere alcuni stimoli che sono già all’evidenza sovrastrutture eliminabili, non è…