Causaeffetto…

Causaeffetto…

Ragionando sugli eventi della fantastica giornata di ieri, mi sono accorto di qualcosa che mi ha illuminato. È sempre utile scrivere considerazioni simili, che per quanto siano ragionamenti semplici ed evidenti, tendono ad essere dimenticati.
Mi è sembrato ieri di ricevere, a proposito del problema verificatosi, dei feedback che hanno posto l’attenzione sull’elemento sbagliato.
Per quanto il dispiacere e la contrizione possano essere sinceri, se non nascono dall’avvenuta comprensione del tipo di errore commesso, hanno poi una valenza limitata.
Come un bambino che lancia il suo giocattolo preferito contro il muro poi si rattrista delle conseguenze (giocattolo rotto), così spesso si comprende di aver commesso un errore osservandone gli effetti nefasti. Ci si concentra quindi sulle conseguenze, cercando di spiegare, di scusarsi, di limitare i danni. Io per primo tendo a fare questo genere di considerazioni quando mi accorgo di aver sbagliato.
Fermo restando che bisogna sempre tener presenti le conseguenze delle nostre azioni, ed assumersi la responsabilità di quello che si fa e dei possibili effetti, ci sono alcuni casi in cui l’aver fatto un’azione che ha provocato effetti negativi, deve mettere in allarme per la causa generatrice, e non per le sue conseguenze.
Il bambino deve sapere che non si tira nessun giocattolo al muro, indipendentemente dal fatto che esso possa o meno rompersi.
Ci sono cose che non dovrebbero accadere, e questo non per le conseguenze che ne possono derivare, ma perché ha una valenza intrinseca il fatto che siano azioni errate.
E’ sbagliato piangere dopo aver commesso tale azione, specialmente se la sola motivazione di tale “pianto” è la paura delle conseguenze. A me spaventa molto di più il fatto che tale azione venga compiuta. Ciò sta a significare, infatti, che la persona che la compie non ha assolutamente la percezione che tale azione debba essere reputata sbagliata a prescindere.
Non so se questo concetto, che a me pare davvero semplice, possa essere recepito da chi, magari, non sta ponendo l’attenzione su questo stesso punto.
Banalizzando il tutto, si potrebbe dire che non bisogna evitare alcune cose perché potrebbero nuocere… bisogna avere la consapevolezza che queste cose sono sbagliate e, quindi, non vanno fatte.
Nello specifico, ciò che davvero per me è una rivelazione sconvolgente, è che anche persone che si presumeva avessero un approccio molto vicino al mio per quello che concerne molte tematiche, e che si reputa sincere ed oneste e dotate della capacità di discernere quando una cosa debba essere considerata sbagliata, in realtà, pur essendo comunque valide tutte le cose appena dette, non sembrano, in alcune situazioni, avere la cognizione di quando un’azione sia sbagliata di per sé. Questo vuol dire che anche persone ritenute al disopra di ogni sospetto possono presentare importanti lacune.
La cosa che più mi fa star male è proprio scoprire come ci si concentri sul tema delle conseguenze, invece di lavorare e comprendere il perché tutto questo non sarebbe proprio dovuto accadere.

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