Teorema dell’Interesse

Teorema dell’Interesse

Ci sono momenti in cui qualcosa diventa improvvisamente chiaro. Si capisce tutto ciò che ruota a quell’argomento, quando fino a pochi istanti prima esso portava con sé tanti piccoli punti oscuri, che ci impedivano di coglierne la semplice essenza e, quindi, di afferrarne il vero senso.

Improvvisamente, forse grazie al silenzioso compimento di un percorso arrivato al suo traguardo in quel preciso momento, il puzzle si completa ed ogni tassello trova la sua giusta collocazione.

Il quadro si fa chiaro, e ci sentiamo quasi degli stupidi per non aver capito prima quello che, evidentemente, era sempre stato così semplice e lineare. In realtà, nulla sarebbe potuto apparirci chiaro senza prima aver completato quel percorso.

La mia vita è stata sempre poco lineare. Se dovessi disegnarla con un solo tratto senza staccare la matita dal foglio, probabilmente disegnerei un tratto inizialmente a pendenza uniforme per metà della sua lunghezza, poi introdurrei dei piccoli balzi, quasi come una serie di discreti gradini, per la durata di un quarto dell’intera lunghezza. Disegnerei, infine, due grossi scalini, che da soli potrebbero coprire, nel senso di elevazione (asse y per chi ha nozioni geometrico-cartesiane), circa il doppio dell’intera escursione presente nel resto del disegno. Qualcosa come:

Credo di essere la persona che sono grazie agli ultimi 4-5 anni della mia vita… praticamente meno di un sesto del totale. In questi anni, sono state due le grosse evoluzioni che hanno modificato radicalmente il mio modo di sentire e di agire.

4 anni fa ho scoperto l’esistenza di alcune emozioni che, prima, mi erano sconosciute. Ho vissuto un periodo di fortissimi sconvolgimenti che hanno modificato radicalmente la scala di valori che precedentemente guidavano le mie scelte. Questo ha portato la consapevolezza di me stesso ad un livello notevolmente superiore al precedente. Ho, semplicemente, scoperto cos’era che mi piaceva sentire, mentre prima brancolavo alla costante ricerca di emozioni che fossero mie, e non di qualcuno che, anche magari senza volerlo, mi guidava.

Questa scoperta, però, ha portato con sé l’evidenza della mia totale incapacità di gestire tali emozoni. Semplicemente, avendo vissuto tutta la precedente porzione di vita senza conoscerle, finivo per distruggere invece di gustare ed assaporare ciò che vivevo. Ci sono voluti mesi, direi anche anni, per imparare alcune regole basilari e capire quali fossero le reali priorità nella mia vita.

Cosa ancora più difficile, la lunga opera di cambiamento ha visto il sottoscritto impegnato nel difficile compito di apprendere come assegnare importanza alle cose, ed in che modo agire e reagire alle situazioni più frequenti.

Come vivendo in una specie di successione di Fibonacci, in cui ogni numero è ottenuto come somma dei due precedenti, così ogni ora sembra aggiungere una quantità enorme di informazioni alla mia vita.

Ogni situazione che si verifica è adesso analizzata immediatamente secondo una sempre crescente lista di templates, e quindi sempre più la reazione sarà mitigata dalle informazioni acquisite durante gli anni trascorsi. Sempre più, quindi, l’apprendimento sarà efficace e porterà a reazioni più controllate e commisurate all’effettiva importanza dell’avvenimento.

In questi giorni una cosa molto semplice è finalmente diventata anche evidente ai miei occhi. Qualcosa che, in passato, non mi era mai stato possibile comprendere ed accettare, adesso finalmente ha acquisito validità e valore. Niente di così trascendentale, in realtà… ma in ogni caso di grande valore per la sua scoperta e per gli impatti che la sua mancata conoscenza hanno avuto in passato sulla mia vita.

Finalmente, infatti, dopo tanto tempo mi è balzato agli occhi un modo semplice ed immediato per comprendere cosa interessa agli altri. Il trucco è sufficientemente semplice ed immediato da richiedere, a me, anni di apprendimento per essere poi messo in pratica in maniera efficace: si tratta fondamentalmente di osservare il comportamento altrui.

Se una cosa interessa, la persona in questione cercherà di ottenerla. Se, viceversa, l’interesse in quella cosa non è così vivo, lascerà correre, o comunque si impegnerà nel tentativo di raggiungere l’obbiettivo solo in parte.

Non vivrà quella ricerca come una sfida, e non bramerà di ottenere quel risultato con famelico desiderio. Semplicemente, il raggiungimento di quell’obbiettivo sarà secondario rispetto ad altre cose più importanti.

Sembra semplice, vero? Eppure un intero mondo fatto di fraintendimenti, illazioni, supposizioni e mascheramenti separa questa semplice osservazione dalla sua reale applicabilità.

Per anni ho cercato di farmi dire le cose… convinto che una cosa detta, ammesso che fosse la verità, dovesse poi tradursi in un’immediata esperibilità della sua affermazione. Di fronte a situazioni contraddittorie, la mia logica andava in tilt, e la mia capacità di dare una spiegazione a tale assurda differenza andava a farsi benedire. Il trucco è nel cercare di osservare con molta semplicità e distacco cosa l’altra persona fa relativamente a quell’argomento. Il modo in cui cerca il contatto, o l’occasione propizia, la dice lunga circa l’interesse della persona.


Teorema: se una persona non ha un grande interesse verso qualcosa, probabilmente (non è certo ma il considerarlo mutevole fa parte solo della sfera della speranza) non l’avrà mai.

Corollario: inutile ostinarsi a pretendere che una persona maturi interesse per qualcosa verso cui non ne ha.


Finalmente, dopo tanto, sono riuscito a guardare con occhi più obbiettivi le reazioni a determinati stimoli e richieste. Il risultato, finalmente, ha portato l’evidenza di un’assoluta aderenza alla situazione descritta dal Teorema sopra enunciato.

Il Corollario, naturalmente, costituisce la soluzione al malessere che da sempre s’ingenera a causa della mancata capacità di analisi degli altrui comportamenti.

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