On the Road

On the Road
Le fasi di ogni esistenza sono quantomeno variabili. Accade poi che in alcuni individui il tutto assuma sembianze tendenzialmente sinusoidali, e quindi, se vogliamo, oscillanti tra un positivo ed un negativo ben definiti.
Accade poi che tali estremi possano mutare. Eventi scatenanti, normale evoluzione, riflessioni che raggiungono il loro culmine e si trasformano in azioni, e chi più ne ha, più ne metta.
Qualche volta, poi, alcuni tratti caratteristici scompaiono misteriosamente per un certo lasso di tempo. Il proprietario si domanda dove siano finiti, ed impara a vivere la sua vita in assenza di tali peculiarità. Si rammarica, forse gioisce, a seconda di quali siano questi tratti. A volte potrebbe volerli ricercare. Altre volte, semplicemente trascorre il suo periodo di slow down ed assapora qualcosa che, fino a quel momento, non aveva mai potuto, o saputo, provare e gustare.
Il risveglio, come sempre, tende ad essere brutale. Si aprono gli occhi e si vede il mondo correre attorno.
Si fa la somma, e si raccolgono i frutti della sosta, come un viaggiatore che decida di prendersi una meritata pausa sotto un invitante e fresco albero di frutta.
Dopo essersi seduto, aver schiacciato un pisolino per ristorare muscoli e mente, egli si desta e si guarda attorno. Si è creato un angolino di silenzio, ma poco distante c’è una strada, sulla quale transita il mondo.
La sosta è stata utile. Ha effettivamente ristorato ciò che si era deteriorato in precedenza. Ora la grande frenesia sembra più ordinata, più comprensibile. Il viaggiatore si alza, raccoglie il suo fagotto, e decide come proseguire la sua strada.
Ora quell’uomo porta con sé un bagaglio più ricco, eppure sente di doversi affrettare per recuperare il tempo speso nella sosta.
Il fardello è più pesante, e dovrebbe andare più spedito. Come fare per conciliare le esigenze?
Una domanda che da sempre affligge chi si trova in queste situazioni. Un bivio. La soluzione, chiaramente, è sempre da ricercare in ciò che è stato aggiunto al bagaglio.
L’esperienza maturata permette di osservare con maggiore efficienza le alternative che il cammino pone ad ogni metro, e permette di valutare se occorra effettivamente superare un ostacolo per recuperare il terreno perso, o se convenga adeguarsi al passo di chi sta viaggiando sulla stessa strada. Permette, inoltre, di capire se convenga svoltare, continuare ad andare diritti, o se, magari, si ha invece bisogno di un’altra, breve, appagante sosta.
Ci si desta, si osserva, e si decide. Ogni scelta vincolerà il futuro, ma sarà in virtù di quella sosta che si potrà affrontare il percorso con maggiore destrezza e con una diversa consapevolezza di sé e dei propri desideri. E’ grazie alla sosta fatta che si potrà, volendo, ricercare quei tratti di sé che sembravano smarriti, oppure accettare la loro perdita, a vantaggio di altre caratteristiche che saranno di maggiore aiuto su quella strada che si è scelto di percorrere.

Le fasi di ogni esistenza sono quantomeno variabili. Accade poi che in alcuni individui il tutto assuma sembianze tendenzialmente sinusoidali, e quindi, se vogliamo, oscillanti tra un positivo ed un negativo ben definiti.

Accade poi che tali estremi possano mutare. Eventi scatenanti, normale evoluzione, riflessioni che raggiungono il loro culmine e si trasformano in azioni, e chi più ne ha, più ne metta.

Qualche volta, poi, alcuni tratti caratteristici scompaiono misteriosamente per un certo lasso di tempo. Il proprietario si domanda dove siano finiti, ed impara a vivere la sua vita in assenza di tali peculiarità. Si rammarica, forse gioisce, a seconda di quali siano questi tratti. A volte potrebbe volerli ricercare. Altre volte, semplicemente trascorre il suo periodo di slow down ed assapora qualcosa che, fino a quel momento, non aveva mai potuto, o saputo, provare e gustare.

Il risveglio, come sempre, tende ad essere brutale. Si aprono gli occhi e si vede il mondo correre attorno.

Si fa la somma, e si raccolgono i frutti della sosta, come un viaggiatore che decida di prendersi una meritata pausa sotto un invitante e fresco albero di frutta.

Dopo essersi seduto, aver schiacciato un pisolino per ristorare muscoli e mente, egli si desta e si guarda attorno. Si è creato un angolino di silenzio, ma poco distante c’è una strada, sulla quale transita il mondo.

La sosta è stata utile. Ha effettivamente ristorato ciò che si era deteriorato in precedenza. Ora la grande frenesia sembra più ordinata, più comprensibile. Il viaggiatore si alza, raccoglie il suo fagotto, e decide come proseguire la sua strada.

Ora quell’uomo porta con sé un bagaglio più ricco, eppure sente di doversi affrettare per recuperare il tempo speso nella sosta.

Il fardello è più pesante, e dovrebbe andare più spedito. Come fare per conciliare le esigenze?

Una domanda che da sempre affligge chi si trova in queste situazioni. Un bivio. La soluzione, chiaramente, è sempre da ricercare in ciò che è stato aggiunto al bagaglio.

L’esperienza maturata permette di osservare con maggiore efficienza le alternative che il cammino pone ad ogni metro, e permette di valutare se occorra effettivamente superare un ostacolo per recuperare il terreno perso, o se convenga adeguarsi al passo di chi sta viaggiando sulla stessa strada. Permette, inoltre, di capire se convenga svoltare, continuare ad andare diritti, o se, magari, si ha invece bisogno di un’altra, breve, appagante sosta.

Ci si desta, si osserva, e si decide. Ogni scelta vincolerà il futuro, ma sarà in virtù di quella sosta che si potrà affrontare il percorso con maggiore destrezza e con una diversa consapevolezza di sé e dei propri desideri. E’ grazie alla sosta fatta che si potrà, volendo, ricercare quei tratti di sé che sembravano smarriti, oppure accettare la loro perdita, a vantaggio di altre caratteristiche che saranno di maggiore aiuto su quella strada che si è scelto di percorrere.


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