L’alba e il Tramonto

L’alba e il Tramonto

Rileggere ogni tanto qualcosa scritto tempo fa è sicuramente salutare.
A volte alcune situazioni ingarbugliate si dipanano e divengono semplici da interpretare dopo che si sono concluse. A volte si riesce a leggere qualcosa come quello che segue senza più considerarlo così “privato” e “misterioso” come lo si riteneva al tempo in cui lo si è scritto.
Soltanto in virtù di questa evoluzione, testi come quello che riporterò possono entrare a far parte della nostra storia personale, in quanto perdono di referenzialità e costituiscono, invece, un tassello della nostra storia.
Malgrado ci sia dentro tutta la tristezza, la rabbia e la difficoltà del momento, la lettera che segue porta con sé anche un percorso personale di crescita che, lungi dall’essersi completato, raggiungeva in quella data una delle milestones principali: quella che mi ha riportato ad affrontare la mia vita con coraggio e con voglia di andare avanti.
E’ passato più di un anno, era il lontano Luglio 2008, e quel momento è davvero lontanissimo nella mia mente, malgrado sia una data decisamente meno remota di altre che colloco, invece, temporalmente più vicine ad ora. Rileggere questo testo mi mostra come ci fossero sicuramente delle considerazioni ancora decisamente “infantili”, ma assolutamente anni luce distanti da quelle che mi avevano accompagnato durante gli anni precedenti.
Non si offenda (se mai leggerà) il destinatario di questa lettera, in quanto essa potrebbe benissimo essere inclusa nella parte finale di un racconto. Una narrazione autobiografica, si, ma assolutamente estrapolabile dal contesto specifico e ricollocabile in uno scenario virtuale, in cui i due protagonisti arrivano alla resa dei conti, ed il più debole riesce a tirar fuori molte delle verità che non era riuscito ad apprendere prima.
Una lunga lettera di commiato. Un punto di partenza per nuove milestones da raggiungere.
Sicuramente alcune considerazioni, a posteriori, sembrano derivare non da un’esatta analisi della situazione, ma da un’acrimonia mal celata, e di sicuro molte parole sono fatte per colpire. Lo stato d’animo, però, dipinge un intero periodo di vita. Un po’ come fotografare il tramonto. Può avere un valore intrinseco, ma in genere tende ad acquisire intensità se si è vissuta con pienezza anche la giornata che lo ha generato. Il cielo tinto di rosso dichiarerà il termine di un percorso. A quel punto l’alba che ne seguirà porterà con sé quel sapore pieno, in quanto segnerà l’inizio di un nuovo possibile traguardo.


11/07/2008
Eccomi di nuovo a scrivere. Credo, ma non posso esserne certo, che sarà l’ultima volta che ti scriverò qualcosa.
finalmente senza dovermi far guidare da rabbia o delusione eccessiva (quelle cmq ci sono sempre e mai spariranno visto il male che mi hai fatto… ma ormai sono ampiamente sotto controllo, almeno per quanto riguarda la mia capacità di godermi la vita), ma solo con la voglia di dire le cose come stanno in assenza delle tue inutili ed infantili risposte, che costantemente deviano dall’obiettivo di quanto voglio comunicarti.
Ho definitivamente perso ogni stima nei tuoi confronti. E questo malgrado io abbia provato e creduto fino all’ultimo che in realtà tu fossi la persona che io desideravo al mio fianco.
Le ultime parvenze di questa sensazione si sono trascinate nei mesi fino ad ora, quando decisamente hai rotto ogni possibilità di credere in te.
Stranamente la natura umana tende a sottovalutare i limiti altrui quando si riesce a camuffarli sotto la loro natura pseudo-provvisoria… quindi si danno spiegazioni assai deboli ad atteggiamenti che generano scontento e delusione… e si guarda a quel barlume di validità che l’altra persona manifesta in qualche occasione per qualche oscura congiunzione astrale.
Il fatto stesso che io stia scrivendo mostra quanto in realtà non abbia totalmente distaccato i miei pensieri dalla tua persona. Ma, penso, è cosa naturale ed imprescindibile dal fatto di aver amato e sentito vicino quella persona.
Ora, la domanda che tendo a pormi continuamente è: come puoi tu aver amato quella persona?
La risposta stenta ad esser data… ma analizzando ciò che è stato per due anni e più, si può giungere ad una serie di punti fermi, di assunzioni.
Manderò, credo, questo messaggio anche alla tua casella postale, visto che ormai non ho nessuna certezza (da un bel pezzo a dire il vero) che tu acceda a quel sito che traccia, quasi dall’inizio, una storia priva di ogni significato, che non sarebbe mai dovuta nascere ma che, fortunatamente, ha aperto in me un nuovo modo di intendere i comportamenti altrui.
Tutto è iniziato con qualche discorso, racconto… sfogo… ed è finito su un letto tra baci e pratiche quantomeno sensuali (per usare un eufemismo). Allora la tua freddezza pareva un sintomo della gioventù di quel rapporto appena scoperto… ma è stata la causa di ogni fallimento.
Affinità, sensazioni piene, voglia di condividere tutto… l’apice delle emozioni. Poi il nulla, per anni.
Io ho avuto i miei problemi a gestire sensazioni nuove, dirompenti… difficoltà nel rapportarmi in maniera diversa dal solito con una persona diversa dalle altre… alla quale iniziavo a voler affidare il futuro della mia vita.
Tu hai avuto i tuoi problemi nello sganciarti da precedenti relazioni in cui eri affossata più di me…
Abbiamo passato l’inferno, ma in quell’inferno c’era sempre la luce di una speranza, che superava di gran lunga ogni difficoltà.
Un sentimento che, io credevo, era comune e ci portava oltre le discrepanze e le difficoltà di ogni giorno.
Hai sbagliato, e molto… ho sbagliato, moltissimo… e dagli errori è emerso qualcosa che poteva andare oltre.
Almeno per me. Qui è iniziata la scoperta che il tuo mondo è limitato e chiuso.
Hai aperto te stessa alla mia vita, ma non hai aperto mai la tua vita a me. Dicevi di volerlo fare, ma era una menzogna.
Il solo atto di condividere del tempo insieme diventava origine di mille discussioni su tempistiche, organizzazione, problemi senza nessuna reale validità che frapponevi tra me e te.
Hai voluto nascondere al mondo qualcosa che avrebbe reso, invece, il tutto più sano, genuino.
Hai voluto privarti (e privarmi) di tante occasioni utili ad avvicinare due mondi fino ad allora parzialmente scollegati.
Hai voluto rifiutare l’apertura che ti veniva offerta da me.
Hai detto di voler ricominciare, ma ti sei portata nel cuore la sfiducia e il rancore del passato.
Altrettanti errori ho fatto, altrettante leggerezze hanno reso la mia persona meno solida e credibile.
Poi è arrivata la fine. Lenta, sofferta, per tanto tempo non sancita… ma avvertita da chi, come me, vive di empatia e sensazioni.

Ti sei lasciata andare ad una vita che non è davvero tua… perché si vede che è gestita come risarcimento del tuo stesso passato.
Sei fuori dalla tua città e solo così puoi permetterti di avere respiro… e come un fanciullo lasciato solo di sabato, non esiti ad infrangere le barriere, cercando quello che da sola ti neghi nella tua vita quotidiana.

Fin qui, nulla potrebbe togliermi la consapevolezza di volerti al mio fianco. Finché un giorno non inizio a provare fastidio di fronte alle tue risatine daventi a MSN, al tuo modo di formulare le frasi, alla tua doppia natura. Al fatto lampante ed evidente che a me non hai mai dato una reale possibilità di entrare a far parte della tua vita quotidiana, mentre con facilità e leggerezza affidi a chiunque ti faccia sorridere una parte di te… quella che a me hai sempre negato.
Non credo di aver mai provato qualcosa di più forte rispetto a quanto abbia sentito nei tuoi confronti. Parimenti, quindi, la delusione, la rabbia e la mancanza ormai totale di stima e fiducia in te sono tra le sensazioni più forti da me mai sperimentate.
Questo mi fa male, perché nella mia vita ho cancellato davvero pochissime persone, ed esse hanno compiuto l’errore di passare su di me senza tenere in conto il rispetto del mio impegno nel rapporto. Mi fa male perché mi mostra il tuo volto così come mai avrei desiderato e creduto di poter vedere.

Il cambiamento che sto vedendo in te non è un cambiamento genuino, di una persona che è maturata dalle eseperienze e che si pone finalmente in gioco nel mondo e nelle relazioni. E’, piuttosto, la rivalsa di chi si rende conto di aver fatto passare troppo tempo e ha voglia di spaccare il mondo ed essere al centro delle attenzioni altrui.
E’ una necessità genuina, ma bisogna avere il coraggio di guardarsi in faccia e riconoscere che si sta agendo per necessità e non secondo la propria natura. Come quando mi hai raccontato di un periodo in cui ogni sera cercavi di evadere e mangiavi fuori e andavi a dormire tardissimo. Era evasione anche quella… e credimi che di questo genere di bisogno ne so qualcosa… essendo molto più impulsivo di te, ho avuto più spesso la sensazione di soffocare e, quindi, il bisogno di evadere e fuggire.
L’ho riconosciuto, l’ho accettato come bisogno di quel momento, e così l’ho potuto mettere effettivamente a frutto. Adesso le necessità sono cambiate, i bisogni sono più sinceri e naturali, e non mi serve più fuggire da me per sentire di star bene. Ancora una volta mi trovo in una pausa di crescita, un momento fantastico in cui assapori quanto messo a frutto nei mesi precedenti, e senti finalmente alcuni ingranaggi che vanno al loro posto. Non tutti, perché tante cose ancora non girano, ma sono sempre di più quelle che, invece, prendono il loro posto e contribuiscono al meccanismo in maniera costruttiva.

Ciò che mi lascia perplesso è il tuo completo e continuo distacco da tutto quello che hai portato alla mia attenzione come parte integrante di te. Molti atteggiamenti li hai definiti imprescindibili dalla tua persona, e io ho finito per accettarli e farmeli star bene. Mi sono convinto che essi fossero parte di te, ed amando te, ho finito per amare anche queste cose.
Ma hanno comunque creato barriere, e reso la nostra storia piena di insidie e di paletti. Sono state soprattutto quelle limitazioni a generare discordia e ad impedire di godere appieno dell’altrui compagnia.
Adesso quelle cose le stai rinnegando, non ripetendo con il resto del mondo quelli che hai giurato essere attegiamenti parte integrante di te. Questa cosa io la definisco falsità, oppure incapacità di agire, il che è forse appena meno grave della falsità ma ugualmente deprecabile.
Posso farmi altre mille idee sul perché tu agisca così, ma la più realistica (e ormai comprovata) è che tu, da lungo tempo, abbia smesso di provare sentimenti per me, ammesso che sia mai stato vero che tu mi abbia amato, e che di conseguenza l’interesse che hai per me sia sceso a livello di conoscenza, magari appena più stretta rispetto agli altri.
A me non va di essere tuo “amico”, non ho nessuna voglia di farti da confidente o di coccolarti o capirti e starti vicino. Non significano nulla per me queste cose se non sono supportate da una base concreta e da una progettualità che, adesso, sento necessaria e reputo fondamentale per il mio futuro.
Come ti ho scritto più volte, quando chiudo gli occhi continuo a vedere te nel mio futuro. Solo ora riesco a capire che non sei tu. Solo ora quel volto inizia a sbiadire e a tornare quello di una persona che non conosco ancora. Potresti essere tu nella tua nuova “veste”, ma quando accade questa associazione tra la donna del mistero e questa nuova te, inizio a star male e a rattristarmi. Il più delle volte quel volto resta senza definizione.

Non so se tutto quello che ti sto dicendo abbia per te un senso. Posso aspettarmi che siano solo parole vuote, oppure che tu stia sentendo la mia presenza viva dentro i concetti che esse esprimono. Mi auguro questa seconda ipotesi sia quella reale, anche se ormai posso aspettarmi qualunque cosa da te, anche che tu non recepisca nulla di ciò che io dico.
In ogni caso, non è questo l’aspetto che mi preme. Ci tenevo a concludere con una serie di considerazioni che ti dessero la misura di quanto sta accadendo, che è l’apice di tutto un processo vissuto in più di due anni di rapporto travagliato e ancora non completamente chiuso.
Inizio a provare fastidio quando sei presente, fastidio quando qualcuno ti nomina, fastidio quando ti vedo china sul pc a scrivere e a fare quei sorrisi a mezza bocca che dicono tanto della tua natura.
Non sei tu a darmi fastidio… i miei sentimenti per te non sono mutati affatto, altrimenti non avrei nemmeno bisogno di scriverti. Ciò che mi irrita è la profonda diversità di approccio che vedo in te adesso, e che non è frutto di evoluzione ma di simulazione di qualcosa che non hai ben vissuto e che, adesso, ti serve per sentirti viva.
Ciò che mi fa allontanare e che mi spinge a violentare i sentimenti che ancora provo per cercare di annullarli e di recuperare il controllo della mia vita è il tuo atteggiamento nei miei confronti. Non si può dire che tu sia maleducata, cattiva, che mi faccia deliberatamente del male, o qualsiasi altra cosa. Sei irreprensibile, e ti metti abilmente al riparo da ogni critica ti si possa fare. Semplicemente, la tua motivazione è che noi non siamo che conoscenti. Non siamo una coppia, non c’è sentimento (almeno da parte tua) o voglia di creare questa coppia. Quindi non hai nessun dovere nei miei confronti. Non mi devi nulla, e io non posso pretendere nulla da te.
E’ corretto… peccato che questa sia stata una delle motivazioni portanti del nostro rapporto… peccato che tu abbia usato lo stesso atteggiamento anche quando mi dicevi di amarmi.
Io non ho mai potuto pretendere nulla da te, mai ho potuto assumere che il tuo tempo libero volessi passarlo con me.
Quindi, permettimi di dire, mi risulta impossibile legare questa cosa alla fine di un rapporto. Se anche quando eri innamorata non eri presente e non accettavi nessun “obbligo” verso di me, cosa dire di quello che fai oggi? Cosa ne devo trarre? che ora è cambiato il tuo atteggiamento? Che non mi ami più? Che mi ami ancora e non è cambiato nulla? Che non mi hai mai amato?
Posso diventare pazzo a stare appresso a questi pensieri. Cerco, quindi, di evitare di correr dietro a tutto ciò e, piuttosto, mi concentro su di me e sulla necessità di slegare definitivamente la mia vita dalla tua, in ogni maniera.

Non credo resti molto da dire… tutto quello che ti ho scritto in vari momenti su MSN, sebbene permeato evidentemente da rancore e risentimento, è reale, e dovresti tenerlo presente, poiché deriva da chi, per anni, ha davvero cercato di entrare nel tuo mondo.
Ho impiegato molto a scrivere queste cose. E’ stata una delle rarissime volte in cui non ho scritto di getto e ho riletto tutto prima di consegnarlo alla rete. Volevo privarlo di ogni accenno di rabbia e aggressività, perché volevo renderlo una cronaca ragionata di ciò che è stato ed è.
Volevo mostrarti quello che, probabilmente, in ogni caso tu non terrai presente, e reputerai non reale o inutile per te. Ma è più che altro perché ritengo serva a me che lo scrivo. Il sito che mi hai chiesto di non far scadere tra poco si troverà di nuovo alla fine del suo ciclo. 2 anni di rinnovi, 2 anni di messaggi e di sfoghi, che non potevano che concludersi in questa maniera.
Stavolta non lo rinnoverò. Non credo serva, visto che il suo utilizzo è legato alle mie sole necessità di comunicazione, mentre non copre minimamente le tue, che si manifestano in altre maniere e, soprattutto, verso altre persone, che evidentemente riescono meglio di me a cogliere gli aspetti del tuo carattere che permettono loro di interagire. O, forse, non sono innamorati di te e quindi prendono da te quel che capita senza aspettarsi altro.

Io non posso, purtroppo. Ho altre pretese da chi reputo così importante da aver occupato (e da occupare tutt’ora) il 90%, se non di più, del mio cuore e dei miei sogni. Tali pretese vengono, ultimamente, costantemente disattese da te. Questa cosa mi fa star male, ma mi mostra anche come, nella vita, ci si possa aspettare di tutto da chiunque. Come, spesso, anche chi si reputa e si ritiene al disopra di alcuni atteggiamenti, invece può benissimo disilludere questa attesa e mostrarsi così come realmente è.
Una persona come tante altre, direi assolutamente sostituibile non fosse che per quel dannato sentimento che impedisce di sentire fin dentro il cuore questa semplice realtà: che nessuno di noi è unico, nessuno è insostituibile. E che, a volte, perdendo qualcosa si può ottenere di più.

Inizio a pensare che tu appartenga a questa categoria di persone. Sei per me un problema, non la sua soluzione. Non credo più tu costituisca ciò che io desidero per il mio futuro… resta solo da capire quando anche il mio cuore arriverà a tale conclusione. Purtroppo il processo non è ancora completo… anzi, direi che è soltanto ai suoi primi step.

Mi dispiace davvero doverti ricollocare tra le persone che non hanno quel qualcosa in più che le rende uniche… mi stai però portando a fare questo, e non posso far altro che prenderne atto, perlomeno a livello razionale, e cercare di ridurre, quando mi è possibile, il contatto e il dialogo con te.
Ogni parola che dici è per me una sconfitta in questo viaggio… ogni volta che provo rancore è una sconfitta ben più grande… ogni passo che compio al tuo fianco è un passo di allontanamento dalla felicità che desidero per me.
Sarei ancora qui, pronto ad accoglierti a braccia aperte, se tu solo mostrassi di volermi con te… ma ogni giorno che passa rende questo scenario più inverosimile ed assurdo… ogni giorno mi porta un passo più lontano.
E arriverà quel giorno in cui sarai solo un ricordo… un bel ricordo per tanti aspetti… un ricordo terribile per come un coinvolgimento forte come quello che ho verso di te sia stato così brutalmente stroncato e reso vano.

Hai ragione quando dici che non tutti i sogni si avverano… purtroppo, malgrado tutto, resto forse un sognatore più di quanto tu ti professi o creda di essere… e il mio sogno resta sempre lo stesso… tranne che, adesso, alla fine, gli occhi si stanno aprendo, l’alba dissolve lentamente quello stato di torpore che il sonno e i sogni generano… e la realtà assume i suoi contorni definiti e chiari.
Ogni cosa evolve e si trasforma. Anche i desideri. Soprattutto, le illusioni sono appannaggio di chi è ancora in grado di immaginare la perfezione anche dove non c’è.
Quella perfezione che, per tanto tempo, ho associato alla tua persona, malgrado tutti i limiti che hai e le limitazioni che hai imposto al nostro rapporto.
Una perfezione che, purtroppo, la luce del sole nascente sta mostrando per quello che realmente è: frutto di un sogno notturno, di una notte durata anni…

Non potrò mai smettere di amare quella ragazza che portava con sé tutti quei limiti che la facevano sembrare così speciale.
Mai potrò scordare quegli sguardi e quella dolcezza che avrei voluto per sempre al mio fianco.
Mai, davvero, potrò pensare di aver sbagliato ad amarti… mai più, però, potrò farlo con la coscienza di riporre il mio amore in una persona che possa renderlo speciale ed unico.
Fai attenzione a distinguere tra quello che è un atteggiamento di disinvolta vitalità e quello che invece appartiene al regno della “vendetta” su ciò di cui ti sei privata. Le persone non cambiano, mutano solo l’approccio alle cose e alle situazioni… e alle volte prendono degli abbagli che possono portare ancora più lontani da ciò che conta veramente nella propria vita.

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