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La piuma della magia

LA PIUMA DELLA MAGIA – Novembre 1997

Ci son cose che occorre preservare, difendere, onorare.
Ci son cose che ti chiedono di vivere, osservare, partecipare a ciò che accade intorno a te, e sperare, e desiderare, e pretendere, ed ottenere.
Cose che ti fanno crescere, e ti sollevano al disopra del mondo reale, proiettando la tua intuizione oltre lo spazio ed il tempo.
L’intuizione di ciò che è la vita, di ciò che spesso si perde di vista, lasciandosi scorrere ogni cosa addosso, in un lento fiume di apatia.
Ci son cose che rinnovano tutto quello che avevi da tempo imparato ad ignorare, o a sottovalutare, credendolo dovuto, pensandolo sottinteso. Egli è che la vita è una magia, una grande ed incomprensibile fonte di immenso stupore. Si nasce, e pian piano si impara ad abituarsi a ciò che accade intorno.
Raramente si pone pensiero al miracolo del tutto, al perché di ogni cosa, raramente si avverte il respiro del mondo, e sempre si affonda nella gomma sorda ed insensibile di una sempre più completa disattenzione.
È per questo che si cerca una via di fuga nella fede, nella speranza (senza conferma) di un motivo.
Ci son cose, però, che sembrano esplodere, che riportano ogni pensiero al disopra dell’inestricabile labirinto della monotonia, dell’abitudine.
Grazie ad esse si riscopre lo stupore dei giorni.
Stupire, meravigliare, cambiare diviene allora il nostro scopo, come dovrebbe essere sempre.
Basta uno sguardo, a questo. È sufficiente a credere. È assolutamente sufficiente a volare.
Non c’è tempo, credete, per rinunciare ad assaporare ogni istante, e veramente non possiamo permetterci di abbandonarci all’inerzia, al vuoto, all’apatia.
Basta uno sguardo, ma occorre, per coglierlo, una sufficiente preparazione, una bastevole sensibilità.
Coglierlo non è facile. Può provenire da chiunque, da dovunque e può giungerci in qualsiasi istante.
Son cose che risvegliano la magia che è in noi, rendendoci parte di un mondo ed allo stesso tempo elevandoci al disopra di esso, con ogni nostro pensiero, permettendoci di abbracciarlo per intero, e vederlo, e comprenderlo e, per questo, amarlo.
Comprenderlo, certo, e penetrarlo fin dove il nostro amore può condurci. Non oltre, che la magia sarebbe allora inutile, inesistente, fors’anche dannosa.
Ci son cose che bisogna scoprire, amare, desiderare, e che possono compensare mille anni di profonda aridità, assenza, vuoto.
E sono esse cose colme di una magia fors’anche più potente di quella che circonda ognuno di noi.
Ma son cose rare, delicate, misteriose, al pari di una piuma che attraversa l’aria leggera.
Piume che possono portarci in alto, a patto che anche le nostre umane appendici lo desiderino, e vogliano abbandonare la misera attenzione al vano, per concentrare la loro esistenza su quello che veramente può renderle magiche, e sollevarle.
Quello sguardo mi portò con sé, ed ora mi trovo qui, immerso in questo mare di sensazioni, tutte nuove, eppure tutte abbastanza antiche da conoscere l’origine di tutto.
Vedo ciò che accade, e ne comprendo, a mio modo, l’origine.
È importante che ognuno possa rendersi in grado di afferrare il senso di ogni cosa, afferrare, voglio dire, ciò che è per lui il motivo del tutto.
Nulla è vero, nulla falso: questa è la vera magia, che le genera tutte, e da esse è di nuovo prodotta.
Ogni cosa è e non è al tempo stesso, ed anche tutto ciò è per me, ma forse per voi non è.
Uno sguardo, una piuma, una magia: cose che vanno amate, volute, donate.
Simone Maccagno
10/11/1997

Ci son cose che occorre preservare, difendere, onorare.

Ci son cose che ti chiedono di vivere, osservare, partecipare a ciò che accade intorno a te, e sperare, e desiderare, e pretendere, ed ottenere.

Cose che ti fanno crescere, e ti sollevano al disopra del mondo reale, proiettando la tua intuizione oltre lo spazio ed il tempo.

L’intuizione di ciò che è la vita, di ciò che spesso si perde di vista, lasciandosi scorrere ogni cosa addosso, in un lento fiume di apatia.

Ci son cose che rinnovano tutto quello che avevi da tempo imparato ad ignorare, o a sottovalutare, credendolo dovuto, pensandolo sottinteso. Egli è che la vita è una magia, una grande ed incomprensibile fonte di immenso stupore. Si nasce, e pian piano si impara ad abituarsi a ciò che accade intorno.

Raramente si pone pensiero al miracolo del tutto, al perché di ogni cosa, raramente si avverte il respiro del mondo, e sempre si affonda nella gomma sorda ed insensibile di una sempre più completa disattenzione.

È per questo che si cerca una via di fuga nella fede, nella speranza (senza conferma) di un motivo.

Ci son cose, però, che sembrano esplodere, che riportano ogni pensiero al disopra dell’inestricabile labirinto della monotonia, dell’abitudine.

Grazie ad esse si riscopre lo stupore dei giorni.

Stupire, meravigliare, cambiare diviene allora il nostro scopo, come dovrebbe essere sempre.

Basta uno sguardo, a questo. È sufficiente a credere. È assolutamente sufficiente a volare.

Non c’è tempo, credete, per rinunciare ad assaporare ogni istante, e veramente non possiamo permetterci di abbandonarci all’inerzia, al vuoto, all’apatia.

Basta uno sguardo, ma occorre, per coglierlo, una sufficiente preparazione, una bastevole sensibilità.

Coglierlo non è facile. Può provenire da chiunque, da dovunque e può giungerci in qualsiasi istante.

Son cose che risvegliano la magia che è in noi, rendendoci parte di un mondo ed allo stesso tempo elevandoci al disopra di esso, con ogni nostro pensiero, permettendoci di abbracciarlo per intero, e vederlo, e comprenderlo e, per questo, amarlo.

Comprenderlo, certo, e penetrarlo fin dove il nostro amore può condurci. Non oltre, che la magia sarebbe allora inutile, inesistente, fors’anche dannosa.

Ci son cose che bisogna scoprire, amare, desiderare, e che possono compensare mille anni di profonda aridità, assenza, vuoto.

E sono esse cose colme di una magia fors’anche più potente di quella che circonda ognuno di noi.

Ma son cose rare, delicate, misteriose, al pari di una piuma che attraversa l’aria leggera.

Piume che possono portarci in alto, a patto che anche le nostre umane appendici lo desiderino, e vogliano abbandonare la misera attenzione al vano, per concentrare la loro esistenza su quello che veramente può renderle magiche, e sollevarle.

Quello sguardo mi portò con sé, ed ora mi trovo qui, immerso in questo mare di sensazioni, tutte nuove, eppure tutte abbastanza antiche da conoscere l’origine di tutto.

Vedo ciò che accade, e ne comprendo, a mio modo, l’origine.

È importante che ognuno possa rendersi in grado di afferrare il senso di ogni cosa, afferrare, voglio dire, ciò che è per lui il motivo del tutto.

Nulla è vero, nulla falso: questa è la vera magia, che le genera tutte, e da esse è di nuovo prodotta.

Ogni cosa è e non è al tempo stesso, ed anche tutto ciò è per me, ma forse per voi non è.

Uno sguardo, una piuma, una magia: cose che vanno amate, volute, donate.

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