Quando le foglie sorridono

Quando le foglie sorridono

Tutto ha un inizio, ed una fine. Non si scappa da questa regola base.
Eppure siamo soliti vivere pretendendo che ciò che facciamo sia in realtà eterno. Ci illudiamo che qualcosa possa durare perché, altrimenti, non saremmo in grado di dargli abbastanza importanza da potervi porre la dovuta attenzione.
Siamo orientati al risultato, investiamo su ciò che riteniamo possa essere un investimento per il futuro.
Salvo, poi, restare spiazzati dalla sua prematura fine. Cosa è possibile considerare un investimento fruttuoso? E cosa, invece, è soltanto una perdita di tempo?
Domande difficili, tipicamente legate alla propria personale visione. Ma c’è, forse, qualcosa che può essere messo a fattor comune.
Siamo tutti orientati a qualcosa che va oltre il beneficio di un singolo investimento, per quanto grande possa essere il vantaggio sperato. Abbiamo bisogno di sentirci vivi, di sorridere, di assaporare un momento e pensare che, tutto sommato, la nostra esistenza ha un senso, se ci ha permesso di viverlo. E basterebbe fermarsi a questo, per riuscire davvero a sentirsi bene.
Siamo alla costante ricerca di emozioni e dirigiamo i nostri sforzi verso ciò che, apparentemente, può gratificarci di un tale prezioso istante. Anzi, di un’infinità di istanti così preziosi. Ci osserviamo intorno, cerchiamo di capire cosa accade alle nostre vite, analizziamo ogni evento e, poi, puntiamo la nostra attenzione su quello che pensiamo possa dare più frutti. Ci buttiamo a capofitto in una relazione, oppure facciamo un acquisto; cambiamo lavoro, ci iscriviamo all’università; compriamo un appartamento. Ma non riusciamo ad investire per raggiungere quel momento: noi quel momento lo vogliamo avere per sempre. Tutto ci sembra dover durare, per poterci dare gioia.
Investiamo nei nostri sogni, senza essere consapevoli che di questo si tratta, per l’appunto: qualcosa che, al risveglio, è un sospiro che fugge via.
L’autunno dei nostri progetti arriva. Soffriamo. E la nostra vita non sorride. Ci guardiamo allo specchio e vediamo tutti i fallimenti, gli investimenti che riteniamo di aver fatto su qualcosa di errato.
Non sorridiamo, non respiriamo l’aria pura di un momento perfetto. E troviamo mille modi per evitare di incappare negli stessi pessimi errori.
Nessuna emozione è più brutta di quella di una perdita. E’ una pericolosa combinazione di delusione, amarezza, impotenza. Abbiamo fallito, abbiamo puntato su qualcosa di sbagliato, e abbiamo perso il nostro investimento.
Nella nostra vita ci sono sempre foglie che cadono, stagioni che muoiono.
Ma questo non è vero.
Ogni nostro sforzo speso per realizzare qualcosa ha un risultato misurabile, che non deve mai essere messo in secondo piano. I nostri momenti perfetti derivano dalle scelte che facciamo, e tali scelte ci portano a vivere delle esperienze che, altrimenti, resterebbero fuori dalle nostre esistenze.
Ogni respiro ha in sé la realizzazione di un progetto, ed ogni progetto è, per sua natura, limitato nel tempo. Lo è anche la nostra vita, eppure investiamo tutto in essa.
Forse, per limitare le delusioni, occorre imparare a considerare ogni momento senza proiettarlo all’infinito. Forse, per evitare l’amarezza, è necessario visualizzare già la fine di qualcosa in cui stiamo investendo, tanto più che la parola “fine” porta con sé il concetto di realizzazione.
Forse, per non sentirsi impotenti, è vitale prendere il controllo dei nostri giorni, e guidarli sempre lì dove l’aria è più pura. Lì dove non ci sono progetti che falliscono, ma emozioni che ci hanno arricchito.
Forse quelle foglie che cadono non sono lacrime ma sorrisi.

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