Danza nel vuoto

Danza nel vuoto

Sento distintamente lo strappo di qualcosa che si lacera; non riesco a deglutire; la gola è secca e la bocca impastata.
Pensieri volano, si aggrovigliano, mutano e cercano disperatamente un appiglio. Quando ti rendi conto che stai distruggendo qualcosa di importante, ogni altra cosa perde valore, si appanna miseramente, lasciando un vuoto pressoché totale. C’è una musica che sta riempiendo il tempo, che satura lo spazio che si è creato dentro e fuori.
La sua dolcezza mi priva di energie, la sua malinconia mi avvolge in un abbraccio che sembra l’ultimo prima di un addio. Mille note, cento pause.
Chiudo gli occhi e non posso far altro che lasciarmi trasportare. Devo danzare, devo lasciare ogni cosa fluire. Ogni nota è un pugnale, l’accompagnamento un’accusa. Il violino domanda perché, i fiati fanno vacillare la mia fermezza. Devo danzare, poiché solo seguendo fino in fondo questa musica che mi strazia l’anima, potrò comprendere quel che è stato, e ciò che dovrà essere.
La musica si fermerà, e la strada da seguire sarà, forse, più chiara.
Siamo responsabili delle nostre azioni, ma non sempre siamo in grado di vivere la nostra vita comprendendo l’importanza di qualcosa senza prima transitare nei pressi della sua completa distruzione.
Le scelte vanno fatte, le conseguenze pagate. Tornare indietro non sempre è possibile, ma il percorso è ancora lungo, ed i pensieri continuano la loro danza.

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