Intimità violata

Intimità violata

Un’opera d’arte. Un rettangolo perfetto, davanti ai miei occhi. 70×120 centimetri. Una porta, che prima non c’era.
Un varco, che mette in diretto collegamento lo spazio “di tutti” con quello che prima era soltanto mio.
Uno sguardo basta a capire che quel che c’era, ora non c’è più.
Tutti quegli anni sono andati persi. L’intimità, la conoscenza, la fiducia… andati. Lei, che era solo mia, non lo è più.
Osservo quella piccola porta, senza emozioni. Non bevo la pozione, il mio nome non è Alice. Mi inchino soltanto, ed entro.
E’ buio, ma è più buio dentro di me. So cosa è accaduto, so cosa cambierà.
Lei non c’è. Una catena, a terra, giace silente. Inutile, ormai.
L’armadio, nel fondo. Il custode dei miei piccoli tesori.
Le ante sono aperte, e ovviamente… ciò che prima c’era, ora non c’è più.
Avverto un senso di vuoto.
Una parte di me è scomparsa. Una parte desiderata, cercata, amata.
Mi hanno portato via ciò che più dipingeva il mio lato umano. I miei interessi, le mie passioni, ciò che rendeva la mia vita davvero degna di essere vissuta, ora sono in gran parte azzerati.
Quella porta sulla lamiera, lì in un seminterrato spoglio e spersonalizzante, ha permesso a degli estranei di spogliare anche il lato interno, privato, intimo, di quella stanza. Omologandola con l’ambiente circostante. Rendendola nuda e priva di personalità.
Hanno portato via un pezzetto del mio cuore, una fetta delle mie passioni.
Tutto da ricostruire, quello che per anni era stato già costruito.
Niente più esplorazioni sotto la superficie del mare. Niente più pieghe tra le strade di montagna.
Quei piccoli tesori, gli strumenti dell’evasione verso altri mondi, sono scomparsi, lasciando al loro posto delle fredde pareti di un armadio.
Osservo, attendo, cerco di comprendere cosa avverto per davvero.
Non è definibile, ma è potente. Violazione, ingiustizia… tristezza.
Esco da quella stanza che, ora, quasi sembra non appartenermi più.
Ora che chiunque, volendo, può invaderla e far proprio il suo contenuto.
Ora che non può più celare al mondo ciò che le avevo chiesto di fare.
Esco, e so che quelle lacrime che sento non si asciugheranno così presto.

 

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