Un moderno Risiko

Un moderno Risiko

E’ davvero esilarante verificare come spesso le persone si sentono nel diritto di dire qualunque cosa passi loro per la testa.
Ultimamente, in Italia, specie tra le alte cariche istituzionali, la moda dell’insulto è diventata una simpatica alternativa al dialogo.
Di fatto, quando non sai cosa dire, attacchi… un po’ come un cane. Al guinzaglio, abbaia… si sente le spalle protette. Provatevi a lasciarlo solo: o si andrà a buttare come un kamikaze contro l’altro (era odio dichiarato, ragazzi… c’era ben poco da fare), o si ficcherà la coda tra le zampe, e tornerà a fare la pecora!
Lo stesso accade con chi è stato a gran voce eletto, ha approfittato del guinzaglio che gli è stato dato per muoversi e segnare il territorio, poi ha cercato di utilizzare il territorio marcato per espandersi, tirando il guinzaglio un po’ a destra un po’ a manca. Una sorta di moderno risiko in cui si dichiara guerra a costituzione e si scoprono le carte delle leggi ad personam.
Ma questi cani rabbiosi dei nostri giorni, purtroppo, non si limitano a conquistare la Kamchatka, ma lo fanno sbraitando ed imprecando contro chi lo ritiene semplicemente di cattivo gusto.
E allora via col lodo, o con la lode… un grosso segnale di necessità di dominio, un piccolo segnale e relativo apprezzamento per un atto finalmente costituzionale.
Ed i cani abbaiano, ed ululano… e mordono.
Uno spettacolo, l’Italia, che sempre più assomiglia al circo Orfei… elefanti che schiacciano la libertà, scimmie che rubano e scappano, cani che abbaiano e si litigano l’osso. Giocolieri che palleggiano i nostri futuri, pagliacci che fanno gli sberleffi…
Io non ho pagato il biglietto di uno spettacolo triste e sempre più a sfondo amaro. Io pago ogni giorno l’affitto del teatro tenda in cui questi circensi poco abili e molto impertinenti si esibiscono quotidianamente nell’ormai rodato, e sempre troppo simile a se stesso, spettacolo di intrattenimento forzato.
Il processo che si apre, che si chiude, che si riapre, come una scatola stantia ormai piena di accuse inutili e superate. Si discute del passato e si ignora il presente ed il futuro, e si manda in Europa un cane rabbioso che ha imparato ieri, e male, ad abbaiare ed ululare… e che non sembra sappia parlare la lingua del popolo che lo ha autorizzato a fare di questa terra la sua personale riserva di caccia ed a costruirvi il suo harem privato.
Stanchezza e delusione… questo emerge ormai in chi si fa chiamare italiano. Eppure questi tristi settantenni perseverano nella loro campagna diseducativa nei confronti di coloro che dovrebbero guidare, e continuano a mordere il guinzaglio che, sempre più debole, cerca di tenerli a freno.
Vien voglia di gridare: “abbandonare la nave!!!”… e sarebbe solo un passo adeguato. Una giusta mossa.
Un po’ come dire: tieniti il Kamchatka, io mi accontento dell’Alaska… due pescetti ed un igloo… e nessun cane rabbioso che me li porti via!!!

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