Una giornata memorabile…

Una giornata memorabile…

Ci sono momenti in cui si fa un bilancio di quello che si ha, di quello che si è ottenuto nel tempo in cui si è vissuto.
In realtà una valutazione e stima viene fatta in maniera inconsapevole ogni giorno, quando ci si chiede se le esperienze vissute dall’ultimo esame siano state per noi soddisfacenti e ricche di valore aggiunto.
Non sempre la risposta è facile, non sempre è completa.
Quali sono le esperienze che si possono considerare soddisfacenti?
In aggiunta a questa difficoltà di “misurazione” quotidiana, sono poi quei momenti particolari in cui il bilancio, invece, viene fatto in maniera più estesa a dare evidenza di dove si sia arrivati.
Ci vuole una grande onestà intellettuale per darsi un giudizio e scoprire, magari, che non si è andati nella giusta direzione.
Non è cosa da tutti.
Ci sono poi gli inganni. Suadenti, soavi e sottili trucchi mentali con cui si possono raggiungere vari scopi, come ad esempio quello di farsi degli sconti.
Di dare giustificazioni per situazioni che non ne avrebbero, ma che dovrebbero solamente essere prese per quello che sono.
Ci sono poi i momenti delle scoperte.
Quelle simpatiche verità che, a volte, erano davanti ai tuoi occhi senza che riuscissi a vederle… che altre volte erano invece abilmente celate da altri e che si palesano solo in concomitanza di eventi particolari.
A volte le scoperte alimentano il bilancio, altre volte a valle di un’analisi si fanno delle scoperte. In questo caso, sono generalmente su sé stessi.
La scoperta di oggi non è scaturita da un bilancio… ma di sicuro porta a farne uno, e anche in fretta, in quanto coinvolge sfere decisamente importanti della mia vita.
La scoperta è quanta caducità ci sia nei rapporti umani. Più sono stretti ed importanti, più sono a rischio di delusioni di grande entità.
Ci sono eventi che sono inevitabili, e che portano a dover gestire le relazioni in maniera diversa da come si faceva. Ci sono persone che, in questi momenti, riescono ad essere una valida spalla, un appoggio ed una voce amica.
Dei veri e propri fari nella notte.
Poi accade. In genere questi eventi seguono dei bilanci. Sono azioni a valle di considerazioni. Sono meditati, e sono diretti ad un risultato.
A volte, purtroppo, a queste situazioni seguono eventi. In questo caso, però, si tratta di azioni senza considerazione. Al massimo si tratta, poi, di dedurre considerazioni a valle delle azioni fatte. Sono eventi non meditati, e di sicuro non sono diretti ad un risultato.
Possono essere considerati azioni corrette, o scorrettezze clamorose. O possono avere un duplice valore, e ricadere quindi nell’interregno tra quello che è legittimo e quello che non lo è.
Il bilancio degli ultimi anni è costantemente monitorato da me, e costantemente porta ad azioni correttive e mirate a sentirmi una persona migliore.
Il fatto di sentirlo implica il concetto di impossibilità effettiva di mutazione. Si impara solo a direzionare meglio i colpi che si sparano.
Si apprende ad agire solo a valle di una riflessione, o a farlo in maniera istintiva ma consapevole.
Si impara a dominare la perdita di controllo… o si continua a perderlo, ma consapevolmente.
Si impara a non ferire quando non è necessario, o a farlo in maniera mirata.
Si impara l’importanza delle conseguenze di alcune azioni. Oppure, semplicemente, non lo si impara.
Su molti fronti la mia vita è cambiata, e su alcune questioni le mie reazioni sono mutate, facendo fronte ad una mutata percezione degli eventi ed ad una diversa attribuzione di peso a ciò che accade a me ed attorno a me.
Nessuna azione ha poi contribuito direttamente a scatenare una fase di elaborazione. Solo ad intervalli di una certa durata, l’analisi del percorso è stata fatta, ed in queste occasioni è stato valutato il risultato delle azioni intraprese.
Oggi è una giornata storica. Di sicuro il percorso fatto finora subisce oggi una deviazione. Quanto pesante sarà da verificare. Quali saranno gli impatti di questa deviazione, si vedrà quando l’entità della stessa sarà evidente.
Ci sono eventi che puoi solo elaborare, non guidare. Puoi verificarne le conseguenze, malgrado tu stia seguendone l’evoluzione in prima persona.
Questa mancanza di controllo diretto sull’evento di sicuro è qualcosa che destabilizza chi pretende, erroneamente, di avere controllo su ciò che avviene attorno.
Ci sono cose che non sono assolutamente manipolabili. Si possono osservare, e si può analizzare quali saranno le conseguenze e come si potrà far fronte ad esse.
Non sempre tutto diventa chiaro, e molte volte determinati eventi lasciano segni indelebili.
La cosa meravigliosa è che non c’è un rapporto diretto tra gravità di quanto accade e conseguenza che si genera.
L’impatto è strettamente legato all’evento in sé ed alle relazioni umane che va a toccare.
La scoperta è stata strabiliante: una sorta di previsione dell’evento in sé, qualcosa di stranamente molto vivido e realistico malgrado non avessi nessun motivo particolare per subire quel genere di visione. Un’analisi accurata delle reazioni d’impatto a quella consapevolezza, che hanno portato a mettere in dubbio parecchie certezze (o ritenute tali) sulle quali mi appoggiavo. Una proiezione delle conseguenze dell’evento in sé sul lungo termine, ed il tentativo di previsione di quale possa essere la capacità di accettazione di tali conseguenze, e di gestione delle stesse.
Il superamento del problema è un tema scottante per ognuno di noi. Da sempre si fanno i conti con sé stessi e si cerca di capire fino a che punto si sia in grado di affrontare qualcosa, risolverlo o meno, ma in ogni caso superarlo e vivere di conseguenza nella maniera migliore.
Nel mio caso, ho sempre avuto difficoltà a superare i problemi. Ma, in particolare, ho sempre accettato in malo modo le conseguenze di tale problema, qualora non fossero conciliabili con la mia qualità di vita attesa.
Il tentativo di migliorare questo aspetto ha invaso di sicuro molte sfere, e ha messo in gioco tantissime porzioni della mia personalità. Dovevo conciliare il senso di incompletezza con quello di inferiorità, e mischiare gli effetti di questa miscela con l’insofferenza caratteriale che mi contraddistingue e la perenne indecisione sulla vita da condurre.
Sulla strada ho lasciato tanti rapporti, riuscendo a mantenerne pochi e con difficoltà. Mi trovo, adesso, ad avere attorno un numero molto limitato di persone, sulle quali ho concentrato la mia vita.
Di sicuro gli sforzi di miglioramento e di comprensione delle limitazioni caratteriali, ed i tentativi di indirizzamento delle problematiche ritenute risolvibili hanno significato un investimento enorme in termini temporali ed energetici sulla mia persona. Il risultato è quel Simone che sta scrivendo questo Blog, e che in questo momento sta cercando di indirizzare nella maniera più indolore ma allo stesso tempo efficace qualcosa che, a tutti gli effetti, può considerare un problema.
La scoperta di oggi è diventata, oggi stesso, un problema da indirizzare domani… o magari oggi…
Non c’è nulla di così prezioso come la fiducia nelle persone. Non dovrebbe mai essere messa in discussione, fintanto che non accada qualcosa di abbastanza rilevante da mostrare l’inconsistenza delle basi su cui si poggia.
In questo caso, nulla di così grave è accaduto, ma purtroppo alcuni aspetti che riguardano la sfera relativa alla fiducia sono stati messi in ballo, e dovranno trovare la giusta collocazione all’interno di quelli che non sono stati, invece, intaccati.
Ne uscirà fuori un risultato complesso, da vivere e da tenere sotto controllo.
Quello che non è possibile fare è ignorare il problema, in quanto esso si ripresenterebbe, e sempre sotto forma di problema, ogni qualvolta si facesse uso di quegli aspetti della sfera della fiducia.
La cosa tremenda, già sperimentata in passato, di non affrontare una questione limitandola ai soli effetti non mitigabili, è che il calo di confidenza che ne deriva assomiglia ad un tarlo, o ad una carie. Corrode e distrugge anche ciò che era sano.
Purtroppo ci sono effetti che NON sono assolutamente ignorabili. Non si può fare a meno di patire una situazione, e di derivarne, a volte, un senso di spaesamento e di lontananza da tutte le persone che ne sono coinvolte.
Non è questa sensazione che deve essere osservata, né essa dovrebbe perdurare. Si generano disastri a cascata qualora si viaggi su questa lunghezza d’onda.
Occorre scomporre l’evento ed i suoi effetti in piccoli sottoinsiemi. Occorre dare un peso ad ognuno di essi, e valutare in che sfera esso ricada. Occorre comprendere il tipo di impatto che non è possibile evitare, e limitare i danni fin quando sia possibile farlo.
Ci sono elementi, all’interno di un rapporto che richieda fiducia reciproca, che non devono essere messi in discussione. Ciò che appartiene ad un vissuto non può essere rinnegato, ed ha validità anche a valle del problema che si riscontra. Ci sono, probabilmente, delle piccole sfere, o delle porzioni di esse, che non sono mai state messe alla prova in precedenza. In esse si può riscontrare il fallimento. In esse si deve concentrare la risoluzione del problema. Conoscere è sempre una scoperta, anche quando si tratta di una scoperta dolorosa, e che magari porta con sé conseguenze sul lungo periodo.
Ci sono eventi che accadono indipendentemente da chi vi è coinvolto. Vi sono situazioni in cui alcune azioni non sono modulabili e non sono prevenibili.
Tali situazioni vanno considerate come un apporto di conoscenza, e come tali vanno gestite. Esse scatenano problemi, di sicuro allontanano chi vi è coinvolto, e probabilmente generano una possibile inconsistenza in quelle che erano delle relazioni consolidate e fuori discussione.
Ci sono danni non evitabili. Le conseguenze delle azioni vanno prese per quello che sono, e la sola cosa che ritengo sia fattibile è valutare l’estensione del danno e cercare di cucire i lembi dello strappo in maniera che il tutto torni ad avere una tenuta efficiente.
La mia scoperta consiste anche nella reazione ad essa. L’entità e tipo di stato d’animo che ha generato erano per me sconosciute prima. Mi hanno colto di sorpresa, in quanto l’azione che ha generato tali conseguenze, di per sé, non ha nulla di grave né può essere considerata, in valore assoluto, qualcosa di scorretto.
Sono le relazioni che erano in ballo a far sì che tale azione assuma connotati ben diversi e, purtroppo, generi un danno più esteso di quanto sarebbe da aspettarsi.
L’obbiettivo, se vogliamo, è quello di circoscrivere tale danno.
Ci sono variabili che permettono di trovare quegli appigli di cui dicevo all’inizio. Ci sono di sicuro delle spiegazioni ragionevoli e, senza ombra di dubbio, esistono degli sconti che si possono fare per cercare di vedere la cosa nella maniera più razionale e ragionevole possibile.
Non sono, però, queste coniderazioni che aiutano nell’indirizzare correttamente la soluzione al problema.
Non è la riduzione della pena che rende la pena meno amara. La rende, se vogliamo, più gestibile, e più sopportabile.
In questo caso, la pena non è la condanna… la pena viene scontata dalla stessa persona che è stata oggetto dell’azione (o delle sue conseguenze).
Sarà quella persona, in tal caso il sottoscritto, a dover necessariamente arginare gli effetti del problema per poter continuare a vedere, in chi gli sta attorno, fiducia ed amicizia.
Ciò che ne scaturisce, purtroppo, è di sicuro un panorama di fiducia parzialmente minato da dubbi, soprattutto nei confronti di quello che si presume sia il futuro che ci aspetta.
Una scoperta che rende la giornata di oggi, e quella di ieri (tra l’altro una data non proprio qualunque, la cui scelta mi induce a pensieri poco piacevoli…) assolutamente memorabili.

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